Ospedali sovraffollati e aiuti che fanno difficoltà a raggiungere tutti. È questa la situazione descritta dal Lucia Elmi, rappresentante speciale Unicef per la Palestina, in una serie di video condivisi dall’Ansa.

In una prima clip Elmi parla dall’ospedale Emarati di Rafah e specifica: “È diventato il principale ospedale materno e neonatale per la maggior parte della popolazione sfollata a Rafah. La capacità è diventata molto limitata, è sovraffollato. Ci sono madri e bambini ovunque, solo nell’ultimo mese l’ospedale ha sostenuto 500 parti”. La rappresentante speciale, che è stata per una settimana in missione nella Striscia di Gaza, ha anche detto di aver portato “600mila dosi di vaccini per la polio, la tubercolosi, il tetano poiché le vaccinazioni erano state interrotte da tre mesi” e che “con il sostegno dell’Oms e dell’Unrwa, saremo in grado di raggiungere ogni bambino della striscia di Gaza”.

Elmi si è recata anche al valico di Rafah dove arrivano gli aiuti: “Le forniture salvavita, come alimenti terapeutici consumabili pronti per il trattamento della malnutrizione acuta grave e per la prevenzione della malnutrizione, sono fondamentali per garantire che i bambini che hanno sopportato situazioni terribili negli ultimi tre mesi abbiano accesso agli aiuti. Tali forniture devono essere distribuite con i partner e raggiungere le famiglie e i bambini nella comunità di sfollati interni. Ci sono più di 1,9 milioni di persone sfollate e la metà di loro sono bambini”.

La richiesta di Unicef è semplice: poter raggiungere i bambini senza problemi. “Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento come Unicef, come attore umanitario, è un accesso sicuro, regolare, prevedibile e senza ostacoli a tutti i bambini della Striscia che hanno bisogno degli aiuti essenziali salvavita”, conclude Elmi.

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