Dopo il nuovo richiamo del capo dello Stato alle Camere e al governo sulla proroga delle concessioni per il commercio ambulante, chi ha risposto con un attacco scomposto è stata Assobalneari Confindustria. “Sorprende davvero”, ha detto all’agenzia Adnkronos Fabrizio Licordari, “che il Quirinale, con tutti i problemi che attanagliano il Paese (non pochi), e le vicinissime aree oggetto di pericolosi conflitti, trovi il tempo per porre la sua attenzione sulla questione delle concessioni”. E non solo. E’ arrivato a insinuare che il Quirinale si muova per difendere altri interessi: “Credo che sia così chiaro ed inoppugnabile che è normale pensare che dietro a questo accanimento contro il mondo delle piccole concessioni ci siano dietro interessi economici importanti. Se il Parlamento ed il Governo, che sono sovrani, spero, hanno deciso in una direzione questa va rispettata, e queste raccomandazioni, che hanno più il sapore di intimidazioni, devono finire perché la gente non ne può più”. E ha chiuso: “Il Paese ha problemi più seri su cui rivolgere l’attenzione”. Più moderata la replica di Maurizio Innocenti, presidente di Anva (l’associazione di Confesercenti che riunisce le imprese del commercio ambulante): “Rispettiamo assolutamente l’intervento del capo dello Stato, ma ora serve trovare urgentemente una soluzione per non gettare di nuovo nel caos il settore, da cui era appena uscito dopo quasi 14 anni di incertezza”.

Ma non c’è solo chi protesta. “Avevamo detto con forza, durante i lavori parlamentari, che non si trattava di un disegno di legge sulla concorrenza, ma a difesa di un sistema corporativo”, ha detto il senatore dem Andrea Martella. “I rilievi formulati dal Presidente della Repubblica nella promulgazione della legge smascherano il governo e lo richiamano ad un esercizio più appropriato delle proprie responsabilità”. E il capogruppo Pd Francesco Boccia ha aggiunto: “Ci aspettiamo che la presidente Meloni nella sua conferenza stampa sappia rispondere al sacrosanto richiamo che il Presidente della Repubblica ha rivolto al governo in materia di concessioni demaniali, firmando il ddl concorrenza”. E ancora: “L’assenza di concorrenza nei servizi pubblici penalizza il nostro Paese, facendoci incorrere nelle sanzioni europee che i cittadini pagheranno. È necessario che il governo la smetta con le proroghe”.

Per la maggioranza è intervenuto il Carroccio. Che però, evitando di citare direttamente il richiamo di Mattarella, si è limitato a diffondere una nota in cui cerca di tornare a schierarsi in difesa dei balneari. “Lega impegnata, come da anni anche in questi giorni, per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare”, si legge. “Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani”. Poco dopo si è aggiunto il forzista e capogruppo azzurro in Senato Maurizio Gasparri: “Il Presidente ha fatto, come sempre, un corretto ricorso alle sue prerogative, invitando Parlamento e governo ad ulteriori iniziative. Le vicende delle concessioni sono al centro di una annosa discussione nazionale ed europea. E recentemente la Corte di Cassazione ha opportunamente sconfessato arbitrarie decisioni del Consiglio di Stato, ostili alla economia reale”. Per Gasparri “si tratta di materie controverse”. Mattarella, garante della Costituzione, ha ribadito che quanto fatto dal governo viola la Carta e il diritto Ue.

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