Il tuo studio ha influenzato la politica? C’è un modo per scoprirlo.

Un nuovo strumento gratuito online, chiamato Sage Policy Profiles, dovrebbe permettere di scoprire se uno studio ha influenzato le politiche di un governo. Lo scopo del nuovo strumento lanciato da Sage Publishing, è quello di consentire ai ricercatori di dimostrare il loro impatto o influenza sulla politica quando completano le domande di sovvenzione o vengono intervistati per promozioni e posizioni, dicono i suoi creatori. Lanciato il 7 dicembre, lo strumento consente a qualsiasi ricercatore di registrarsi e cercare il proprio nome o identificatore il proprio ORCID univoco. Quindi esamina un database di circa 10,2 milioni di documenti politici – il più grande indice di questo tipo al mondo – compilato dalla start-up britannica Overton.

Lo strumento restituisce un riepilogo dei documenti politici che citano i documenti di quel ricercatore o ne menzionano il nome e una mappa mostrando da dove provengono le citazioni e quando sono state fatte. Gli utenti possono esportare tali dati in un foglio di calcolo o come file PowerPoint.

“È una buona prima versione dello strumento”, afferma Robin Haunschild, bibliometrico presso l’Istituto Max Planck per la ricerca sullo stato solido di Stoccarda, in Germania, che ha provato Sage Policy Profiles su richiesta di Nature. “È un bel servizio da parte di Sage alla comunità. Penso che dovrebbero migliorare lo strumento nel tempo per renderlo più utile agli utenti”.

Un portavoce di Sage, con sede a Thousand Oaks, California, che ha finanziato lo strumento come parte di una partnership con Overton, ha affermato che Sage non ha intenzione di far pagare lo strumento. Il portavoce ha rifiutato di rivelare l’importo pagato da Sage a Overton, ma ha detto che l’editore era interessato a capire in che misura la ricerca socio-scientifica venga citata nei documenti politici. Sage spera di continuare a investire nello strumento se i ricercatori lo troveranno utile, ha detto il portavoce. “Quello che volevamo fare è aiutare a spostare la conversazione sull’impatto della ricerca oltre le citazioni accademiche”.

Non è tutto oro quello che luccica però. Come sottolinea “Nature”, lo stesso Euan Adie, fondatore e direttore di Overton, con sede a Londra, riconosce che il database dell’azienda contiene principalmente documenti rilasciati negli ultimi dieci anni, si basa su documenti liberamente accessibili online e ha un bias occidentale. Ciò significa che Overton probabilmente ha delle lacune per quel che riguarda il sud del mondo (e non solo), in particolare per quelle nazioni in cui i documenti politici sono spesso pubblicati nelle lingue locali. Circa il 60 per cento dei rapporti politici nel database di Overton sono in inglese, afferma Adie. In più solo perché viene citato uno studio in un documento politico, ciò non significa che abbia effettivamente influenzato un indirizzo normativo; potrebbe essere menzionato per offrire solo informazioni di base. Overton ha anche un’ampia definizione di ciò che costituisce un documento politico. Ciò include rapporti, linee guida e documenti di lavoro scritti per o da politici e pubblicati da fonti quali governi, organizzazioni non governative, organizzazioni intergovernative e think tank.

di Gianmarco Pondrano Altavilla

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