Una cosa è certa: dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla Superlega niente sarà più come prima. Si ha la sensazione netta di essere all’inizio di un nuovo capitolo del calcio. Una storia ultracentenaria che ha vissuto altri momenti spartiacque. Altre battaglie extra sportive o legali che hanno mutato il mondo che ruota attorno al rettangolo verde. A cominciare dal primo passo in assoluto di metà Ottocento. Ecco tutti gli snodi che hanno portato al calcio come lo conosciamo oggi. O forse a come lo conoscevamo fino a giovedì.

Londra, 1863: nasce il calcio moderno
“La Football Association è stata costituita il 26 ottobre 1863 su proposta di Ebenezer Cobb Morley alla taverna Freemasons’, che era situata qui”. È scritto su una targa che si trova a Londra, zona Covent Garden, e celebra la fondazione della Federazione calcistica dell’Inghilterra. I club invitati alla storica riunione sono Barnes, Civil Service, Crusaders, Forest of Leytonstone, No Names Club (Kilburn), Crystal Palace, Blackheath, Kensington School, Percival House (Blackheath), Surbiton, Blackheath Proprietary School e Charterhouse. Di fatto, è l’atto di nascita del calcio. La prima “battaglia” per rendere quell’attività disordinata e primordiale, qualcosa di uniforme e organizzato. Quasi un decennio dopo ecco la FA Cup, nata nel 1871 e tutt’oggi uno dei tornei più importanti e antichi del mondo.

Dalla First Division alla Premier League
Centoquattro anni. È durata tanta l’era della Football League, l’unica lega professionistica riconosciuta dalla Football Association inglese. Dal 1888 al 1992. Poi ecco la spaccatura. L’aumentare dei potenziali guadagni fa crescere la volontà dei grandi club di contrattare autonomamente i diritti televisivi e di sponsorizzazione. Questo, alla lunga, spinge alla creazione di una nuova lega indipendente, la Premier League, attraverso cui trattare, da una posizione di forza, il rinnovo dei diritti tv. La data fondativa è il 20 febbraio del 1992, l’inizio l’agosto seguente. Tutto sotto il tetto della FA. Una sorta di Superlega ante-litteram, almeno nei principi di base.

La sentenza Bosman
È il 15 dicembre 1995, il giorno della rivoluzione: la Sentenza Bosman. Nel 1990 il calciatore belga Jean-Marx Bosman gioca nel RFC Liegi con un contratto in scadenza quell’anno. Prende accordi per trasferirsi al Dunkerque, ma a questa il RFC Liegi chiede un indennizzo, secondo le regole allora in vigore nel calciomercato europeo, e così il trasferimento di Bosman salta. Il belga non ci sta e dà inizio a una battaglia legale. Tutto termine 5 anni dopo, quando attraverso l’articolo 39 dei trattati di Roma la Corte Europea dichiara restrittivo il sistema, stabilendo che i calciatori dell’Unione Europea possono trasferirsi gratuitamente, alla scadenza del contratto, in un altro club purché facente parte di uno stato appartenente all’Unione. Inoltre se il contratto corrente ha una durata residua non superiore al semestre, il calciatore può firmare un pre-contratto gratuito con la nuova società. Conseguenze finite? Non proprio. Viene impedito alle varie leghe continentali di porre un tetto al numero di stranieri. L’unico limite possibile riguarda solo i calciatori extracomunitari.

I club come aziende in Italia
Fino alla metà degli anni Sessanta le società di calcio italiane non erano organizzate come aziende. La delibera del 16 settembre 1966 della Federcalcio stabilisce lo scioglimento delle vecchie associazioni militanti nei campionati professionistici e la loro nuova costituzione di società commerciale, munita di personalità giuridica, individuando ciò come condizione per l’iscrizione al campionato. Una novità che sarà concretizzata soltanto 30 anni dopo, con la legge numero 586 del 18 novembre 1996. Qui si introduce lo “scopo di lucro”. Il passaggio a un sistema orientato alla generazione dei ricavi, in aggiunta a quello del risultato sportivo, è compiuto.

Il sindacato dei calciatori
AIC. È l’acronimo di Associazione Italiana Calciatori. Nasce il 3 luglio del 1968, presso lo studio del notaio Barassi, a Milano. Per i calciatori è il momento di acquisire uno status giuridico. Nel 1981 poi viene emanata la legge 91, che regola i rapporti tra società e sportivi professionisti e che riconosce lo status di lavoratore dipendente ai calciatori. Ma le conquiste del sindacato non finiscono qui. L’Assocalciatori ottiene anche il riconoscimento del diritto d’immagine, l’abolizione del vincolo, la previdenza, la creazione del fondo di fine carriera, l’accordo collettivo e l’indennità di mancata occupazione.

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