Una recente pubblicazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, “L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia” (Maria Giovannone, 2022) ha messo in luce che “una peculiarità riguardante la maggior parte delle persone con disabilità è la bassa intensità lavorativa”. In effetti, un’indagine Istat del 2021 (Disabilità in cifre) mostra che soltanto il 12% dei soggetti con una limitazione grave risulta occupato; la percentuale sale al 28,9% nel caso di coloro che hanno denunciato una limitazione non grave.

Si tratta di una questione di stringente attualità che deve essere presa in attenta considerazione dalla politica e, ovviamente, anche dalle aziende che devono diventare luoghi sempre più inclusivi. È su quest’ultimo punto che si innesta la tematica della Disability Confident Culture, espressione che possiamo liberamente tradurre come “cultura aziendale che dà fiducia alle disabilità”.

Per un’azienda dare “fiducia” alle disabilità significa credere nel valore dei propri dipendenti e nelle capacità accresciute delle persone con disabilità, capacità che rivestono, allo stesso tempo, grande importanza per la crescita dell’azienda stessa. Non è quindi sufficiente limitarsi a rendere i luoghi di lavoro più facilmente accessibili fisicamente, questione comunque fondamentale, ma è anche necessario capire fino in fondo quali siano il valore e le potenzialità che tutti i lavoratori, nessuno escluso, portano con sé.

Disability Confident Culture: l’esperienza Procter & Gamble

Un esempio molto pratico di come sia possibile realizzare l’inclusività nei luoghi di lavoro ci viene dall’esperienza della multinazionale Procter & Gamble, la più grande azienda al mondo di beni di largo consumo. Sono infatti ormai quattro decenni che P&G lavora per realizzare un ambiente di lavoro nel quale tutti i dipendenti, ogni giorno, possano esprimere al massimo il proprio potenziale.

Sono tre i principi che l’azienda segue per raggiungere questo obiettivo: “creare degli spazi in cui tutti si sentano rappresentati”, “creare maggiori opportunità per più persone di raggiungere il successo” e “realizzare luoghi di lavoro accessibili”.

Creare degli spazi in cui tutti si sentano rappresentati

Riguardo al primo punto, è necessario dare il giusto riconoscimento a una storica figura manageriale di spicco in P&G, Joel Kahn, ingegnere che fin dal 1974 ha lavorato incessantemente per sensibilizzare l’azienda sulla necessità di fornire alle persone con disabilità spazi in cui esse potessero sentirsi rappresentate. È stato lui il fondatore del PwD Network (People with Disability Network) di P&G e oggi sono più di 800 i dipendenti dell’azienda che partecipano ai gruppi aziendali di sostegno alle disabilità organizzando eventi interni di sensibilizzazione e partecipando ad eventi esterni locali

Creare maggiori opportunità

Per quanto concerne il secondo punto, grazie all’opera iniziata da Kahn ci sono sempre più persone con disabilità che hanno l’opportunità di crescere all’interno dell’ambiente lavorativo di P&G. Nel corso degli anni inoltre l’azienda è diventata maggiormente inclusiva sia per quanto riguarda l’aspetto della selezione, sia per quanto concerne quello del mantenimento (retention).

Sempre più importanza sta poi assumendo l’aspetto dell’inclusione fisica e digitale e dell’accessibilità sul posto di lavoro. Ne è un esempio pratico l’adozione di appositi software e hardware che semplificano i processi lavorativi (riconoscimento vocale automatico, descrizioni audio, sottotitoli acustici, ecc.).

Luoghi di lavoro accessibili

Relativamente al terzo punto, infine, P&G si sta muovendo, a partire dai principali HQ, per costruire uffici e campus che rispettassero i criteri di accessibilità. L’obiettivo è quello di far sì che anche le persone con disabilità non incontrino difficoltà alcuna nel muoversi e lavorare all’interno degli spazi operativi e no.

Ovviamente tutto è perfettibile e c’è ancora molta strada da fare, ma riuscire a seguire i tre principi che guidano P&G permetterà di rendere i luoghi di lavoro degli ambienti totalmente inclusivi sotto tutti i punti di vista.

Articolo Precedente

Nuovo Reddito, nel patronato a Palermo: “Identico al Rdc, ma la piattaforma si blocca, le regole non sono chiare e c’è chi chiude”

next
Articolo Successivo

Bimbi in vacanza: imparare in viaggio non è mai stato così divertente

next