Nel Lazio, da mesi, nessuno verifica la correttezza dei rimborsi alle farmacie per le ricette dei farmaci mutuabili. E il rischio è che la Regione perda milioni di euro per errori o abusi da parte degli operatori. Il contratto con le società che si occupavano del servizio, infatti, è scaduto il 31 agosto scorso e chi si è aggiudicato l’appalto per il prossimo triennio non ha ancora firmato il nuovo contratto. Un problema di non poco conto. A quanto risulta dai carteggi visionati dal Fatto, l’imbuto si è creato a causa dell’importo della base d’asta del nuovo bando, che ha costretto la vecchia società a disertare la gara e la nuova, una volta divenuta vincitrice, ad aprire una riflessione che ancora prosegue. In ballo c’è anche la riassunzione di 13 persone, gli stessi che in precedenza mandavano avanti la baracca. Le aziende interessate al bando, in particolare, avevano già fatto notare come il problema dei costi sia rilevante.

In una missiva del 16 maggio 2023, arrivata sulla scrivania del direttore della Centrale acquisti della Regione, Andrea Sabbatini, viene esposto nel dettaglio che il costo annuale stimato per ereditare il servizio e per “salvare” i lavoratori non sarebbe dovuto essere inferiore a circa 1,3 milioni di euro l’anno, mentre la base d’asta annuale è stata fissata dagli uffici dell’Ente in appena 375mila euro. Insomma, una cifra che già a maggio era stata ritenuta troppo bassa (circa quattro volte in meno) per servizi come la gestione logistica delle ricette, i registri virtuali, il controllo relativo alla prescrizione di farmaci stupefacenti e sostanze psicotrope e ovviamente il confronto con i dati economici e l’inserimento sulla piattaforma di LazioCrea. Una mole di lavoro che si traduce con la gestione di circa 5 milioni di ricette al mese, per un margine d’errore da parte dei farmacisti che ammonta a poco sotto l’1%, un costo per la Regione se lasciato senza controlli. “La base d’asta individuata dalla lex di gara – confida una fonte al Fatto – era non solo gravemente insufficiente alla copertura dei costi, ma era addirittura in perdita”.

Cosa accadrà a questo punto? Federfarma, Assofarm e Farmacap hanno già scritto alla Regione, temendo che i mancati controlli possano portare, in seguito, a ritardi sui rimborsi oppure a eventuali richieste di restituzioni per i farmacisti. Inoltre, la situazione di stallo ha portato gli uffici regionali a sospendere il ritiro delle ricette, costringendo le farmacie territoriali a trattenerle presso i propri locali, con pochi spazi a disposizione. Fonti della Regione Lazio, contattate dal Fatto, spiegano che la questione è “in via di risoluzione” anche se nel momento in cui l’articolo viene pubblicato, il contratto non è ancora stato firmato nonostante il termine dei 60 giorni dall’aggiudicazione imposto dal contratto di gara.

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