A un anno dalla nuova missione verso l’asteroide binario Didymos sono pronti a volare, i pannelli fotovoltaici realizzati in Italia per la missione di difesa planetaria Hera, che l’Agenzia Spaziale Europea lancerà nell’ottobre 2024 per raggiungere l’asteroide e la sua luna Dimorphos. La sonda sarà alimentata attraverso due ali con tre pannelli solari ciascuna, per un totale di circa 14 metri quadrati e oltre 1.600 celle, ciascuna grande quasi il doppio di una carta di credito. Il gruppo Leonardo ha realizzato i pannelli della missione a Nerviano (Milano), mentre Beyond Gravity è responsabile del solar array, ovvero la struttura e i meccanismi che li muovono.

Progettati e qualificati per funzionare a temperature comprese tra -100°C e +140°C, i pannelli continueranno a erogare energia anche con il Sole molto lontano, ricevendo solo il 17% della luce solare rispetto a un satellite posto nell’orbita terrestre. Nelle fasi della missione in cui la sonda sarà più distante, i pannelli solari genereranno circa 800 watt, pari all’energia necessaria per alimentare un piccolo forno a microonde.

La sonda Hera dell’Esa tornerà sull’asteroide binario Didymos che è stato colpito dalla missione Dart della Nasa per condurre un’indagine ravvicinata del cratere generato dall’impatto. Acquisendo dati ravvicinati, Hera contribuirà a trasformare l’esperimento in una tecnica di deflessione consolidata e ripetibile, pronta per essere utilizzata nel caso in cui venga rilevato un asteroide diretto verso la Terra. Non solo, Hera studierà anche le caratteristiche di Didymos e Dimorphos perché anche gli asteroidi sono considerati fonti di metalli rari. Per l’azienda italiana, Hera è la terza missione Esa che richiede pannelli fotovoltaici in grado di operare in condizioni di così scarsa illuminazione e a una distanza così elevata dal Sole: il primo esempio è stata Rosetta (verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko) mentre il caso più recente è quello di Juice diretta su Giove, a 800 milioni di chilometri dal Sole.

Credit: NASA

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