Una norma che ricorda più i rebus della settimana enigmistica che una finanziaria, per assegnare fondi a uno specifico Comune, che ha per presidente del consiglio un deputato regionale di maggioranza. C’ha provato il centrodestra all’Assemblea regionale siciliana, dov’è in discussione la nuova legge di stabilità. Una manovra che il governo guidato da Renato Schifani conta di riuscire ad approvare entro dicembre, interrompendo così la consuetudine di affrontare i primi mesi del nuovo anno con le limitazioni che comporta il regime dell’esercizio provvisorio. Parlando di consuetudini, tradizionalmente affrontare la legge finanziaria significa anche districarsi tra una selva di norme rivolte a singoli contesti non di rado più o meno riconducibili ai territori di provenienza dei deputati.

L’ultimo caso stava per profilarsi in commissione Bilancio dove la scorsa settimana il governo, per fronteggiare la pioggia di emendamenti presentata dall’opposizione, ha presentato la riscrittura di un articolo del disegno di legge, contenente diverse misure di sostegno. Tra esse, al comma 20, ce n’era una che più o meno recitava così: per l’esercizio finanziario 2024 è destinata la somma di un milione di euro “ai Comuni con una superficie territoriale superiore ai 400 chilometri quadrati e con una popolazione superiore ai 30mila abitanti, che non siano capoluogo di Città metropolitana o di Libero consorzio comunale (le ex Province, ndr)”. Censimento e cartografia alla mano, l’unico Comune ad avere i requisiti per beneficiare dei fondi utili a “fare fronte alla gestione del territorio” sarebbe stata Monreale, cittadina che si trova su un’altura a ridosso di Palermo, ha 38mila abitanti e un territorio vastissimo, oltre 530 chilometri quadrati. A guidare il Consiglio comunale è Marco Intravaia, 36enne, di Fratelli d’Italia, che in passato è stato segretario particolare di Nello Musumeci – quando era presidente della Regione – e che da un anno è uno dei 70 deputati dell’Ars. Contattato da ilfattoquotidiano.it, Intravaia conferma la paternità dell’emendamento, ma si difende dicendo che nel frattempo è stato modificato e riscritto. “Il testo parla di una superficie di 300 chilometri quadrati e infatti riguarda anche il Comune di Caltagirone (Catania) che è amministrato dal centrosinistra”.

L’operazione di riscrittura, racconta Fabio Venezia, deputato regionale del Pd che fa parte della commissione Bilancio, è partita quando si sono levate le critiche per l’emendamento cucito su misura. “Appena hanno capito che la furbata era stata scoperta – racconta l’esponente democratico – c’è stato imbarazzo e hanno escogitato questa modifica per ricomprendere anche un altro Comune. Il fatto poi che Caltagirone abbia un sindaco non di centrodestra fa il gioco di chi vuole fingere di non avere pensato, per l’ennesima volta, di gestire denaro pubblico seguendo logiche personalistiche”. Venezia precisa che “non è raro che si adottino provvedimenti specifici per singole situazioni ma servirebbe l’onestà intellettuale di dichiararlo”.

Il tema degli stanziamenti dei fondi della finanziaria nei giorni scorsi è stato al centro di un’altra polemica, legata questa volta alle risorse da assegnare ai Comuni interessati dal fenomeno migratorio. Soldi che, stando agli emendamenti votati, serviranno a “mitigare gli effetti negativi sulle presenze turistiche” causati dall’arrivo dei migranti. A ricevere le somme – da 1,5 a due milioni di euro – sono alcuni Comuni che tradizionalmente hanno a che fare con gli sbarchi ma anche altri – come Modica e Melilli – che non hanno porti oppure le isole Egadi dove il numero di arrivi è stato di poche centinaia di persone. “Guarda caso, però, sono centri da cui provengono o su cui hanno influenza alcuni deputati della maggioranza”, attacca Venezia che rileva come dalla ripartizione dei fondi sia stata tagliata fuori Lampedusa, isola che da oltre un decennio è simbolo delle migrazioni nel Mediterraneo.

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