A Gerusalemme est e in Cisgiordania oggi i negozi e le attività non hanno aperto. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa palestinesi Wafa e Maan, le “forze nazionali islamiche” hanno protestato contro “l’aggressione israeliana”, sostenendo una cessazione immediata “dei bombardamenti di obiettivi civili”. La vita nelle città cisgiordane oggi è stata paralizzata: sono stati chiusi i negozi, le banche, le università e gli uffici pubblici. Fermi anche i trasporti pubblici.

Stessa situazione visibile a Gerusalemme est: nella città vecchia, come dimostra un video diffuso da Afp, le saracinesche sono rimaste abbassate. “Tutti sono in sciopero perché questa è una giornata internazionale per i bambini, le donne e gli abitanti di Gaza“, spiega Abu Odei, palestinese residente a Gerusalemme. Le case degli abitanti di Gaza, dice ancora, “crollano sopra le loro teste a causa degli attacchi dell’occupazione israeliana”. “Quella è la nostra gente, ci sono i nostri parenti a Gaza, e ciò che accade lì ci colpisce direttamente”, prosegue ancora. “Noi sosteniamo gli abitanti di Gaza perché sono oppressi”, conclude.

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