E’ la notte di Sant’Ambrogio: quale data migliore per il ritorno di una gara europea dove all’Inter tocca ribaltare la sconfitta dell’andata? Già, quarant’anni fa ai nerazzurri di Radice serve recuperare il 2 a 1 subito dall’Austria Vienna agli ottavi di finale di Coppa Uefa: un’impresa tutto sommato non difficile a San Siro, non nella notte di Sant’Ambrogio. C’è l’ex Prohaska in campo, ma gli austriaci non sono certo una compagine che può incutere timore all’Inter, nonostante per i nerazzurri sia una stagione di transizione. E invece l’Austria Vienna attacca, mette in difficoltà l’Inter e al ’72esimo segna con Magyar, l’Inter si innervosisce con Beccalossi che prende per i capelli un avversario dopo aver subito un fallo, pareggia con Bagni con un gol da centravanti puro, palleggiando spalle alle porta, girandosi e tirando a volo. Il forcing finale non porta al gol che avrebbe fruttato almeno i supplementari e l’Inter viene eliminata. Ma più negativo del dato del campo è quello che arriva da fuori: gli scontri all’esterno dello stadio sono violentissimi tra tifosi nerazzurri e austriaci. Il motivo? Forse una rappresaglia nei confronti della società per questioni di biglietti e agevolazioni per le trasferte. Fatto sta che volano coltellate e un tifoso austriaco, Gerard Wanninger, viene ferito gravemente e apparentemente senza motivo.

Racconterà di essere stato inseguito da alcuni ultras interisti mentre aspettava un taxi con gli amici, e che oltre a lui i teppisti avrebbero ferito addirittura un frate, intervenuto per tentare di proteggere il ragazzo: si salverà grazie ad un automobilista che lo porterà all’ospedale San Carlo. Ai poliziotti che gli chiederanno conto di quanto accaduto e se vi fosse un motivo alla base di quelle coltellate Gerard risponderà perentorio che “no, non ho idea del perché mi abbiano colpito e non lo capirò mai”. Un caso che commenterà amaramente anche il presidente nerazzurro Fraizzoli, motivando il suo addio all’Inter anche con quell’episodio: “Non ero fatto sicuramente per presiedere una società di calcio, non lo sono specialmente adesso che questo calcio è molto cambiato. Ricatti dei tifosi? Alcune volte ho ceduto per viltà. Se esco dal mondo del calcio è anche per questo: preoccupazione, disgusto, paura” dirà in lacrime dopo il passaggio del testimone a Ernesto Pellegrini, avvenuto un mese dopo. Un addio in una stagione tormentata: sì, perché il cammino europeo dell’Inter di quella stagione non fu macchiato solo dalle coltellate della notte di Sant’Ambrogio, ma anche dal “caso” Groningen.

Sì, perché i nerazzurri nel turno precedente avevano incontrato gli olandesi, perdendo 2 a 0 a Bari, in campo neutro vista la squalifica di San Siro dopo Inter-Real Madrid dell’anno precedente. In Puglia l’Inter vince cinque a uno, ma allenatore e presidente degli olandesi denunciano un tentativo di corruzione: 125 milioni da parte di un agente vicino all’Inter offerti per “ammorbidire” la squadra olandese. Per la verità la dirigenza del Groningen era andata anche oltre nei giorni precedenti, accusando anche che in quella partita i giocatori nerazzurri corressero troppo, tanto da apparire dopati, fino alle offese con giochi di parole, definendo l’Inter “squadra di Pellegrini”, giocando sul cognome del futuro presidente. I nerazzurri se la caveranno con una multa da 19 milioni di lire, non per le accuse di tentata corruzione naturalmente, ma per quanto accaduto con l’Austria Vienna, in una notte di Sant’Ambrogio da dimenticare di 40 anni fa.

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