“La sinistra condanni la violenza contro Pro Vita“. A parlare per prima, come suo atto d’esordio della giornata, è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con un post sui suoi social, poi seguito da dichiarazioni fotocopia di diversi esponenti di Fdi. Il concetto è questo: “Voglio interrogare tutti su una questione banale – si legge nel messaggio di Meloni – La violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara”.

La polemica nasce due giorni dopo la manifestazione contro la violenza sulle donne di sabato a Roma: un gruppo di circa 200 persone in coda al corteo (alcuni delle quali a volto coperto), una volta raggiunta la sede di Pro Vita in viale Manzoni, ha rimosso le transenne che delimitavano l’itinerario del percorso ed è partito un lancio di bottiglie e fumogeni contro l’edificio. Ieri, poi, all’indomani della manifestazione, è stato comunicato che all’interno degli uffici è stata trovata una bottiglia con polvere pirica ed è stata segnalata la rottura del vetro della porta d’ingresso da cui probabilmente è stata introdotta la bottiglia. Da qui il messaggio della capa del governo e a cascata di un numero considerevole di parlamentari di Fratelli d’Italia con comunicati quasi identici: “Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell’associazione Pro Vita e Famiglia” scrive Meloni. “Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise” conclude la presidente del Consiglio. Sui social diversi commentatori (tra questi le scrittrici Valeria Parrella e Viola Ardone) hanno replicato che in realtà la saracinesca che protegge la sede di Pro Vita è stata “solo” imbrattata, per quanto possa essere grave l’atto di vandalismo.

La premier riprende dopo due giorni un episodio che sabato era già stato censurato dal leader della Lega Matteo Salvini. Lo riprende e lo rilancia: “Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato” continua la presidente del Consiglio, dimenticando peraltro che proprio sull’episodio dell’assalto alla sede del sindacato disse che “è sicuramente violenza e squadrismo” ma che non “conosceva la matrice”. Una folta delegazione di Fratelli d’Italia (i due capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan e i deputati Augusta Montaruli, Maddalena Morgante ed Elisabetta Lancellotta) ha fatto visita alla sede dell’associazione antiabortista per esprimere solidarietà: qui sono stati accolti tra gli altri dalla portavoce Maria Rachele Ruiu.

A Meloni risponde Conte: “Io condanno insieme a tutto il Movimento Cinque Stelle sempre gli atti di violenza, ci troveranno sempre contro – dice l’ex premier – Però non vorrei che questo fosse anche un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne, della massima libertà contro ogni sopraffazione, arbitrio, ogni sopruso”. Simile la replica, dal Pd, di Valeria Valente: “L’assalto alla sede di Pro Vita è da condannare senza se e senza ma, come ogni atto di violenza. Le posizioni di Pro Vita sono quanto di più distante dalle idee del movimento femminile e femminista, ma il rispetto delle parti è la precondizione del vivere civile. Detto questo, è sbagliato utilizzare tali argomenti per tentare di sminuire la portata di quella piazza, organizzata da ‘Non una di meno’, alla quale hanno partecipato centinaia di migliaia di persone di tutte le età”. Per la parlamentare democratica “è evidente il tentativo della destra e di Meloni di parlare d’altro, anche rispetto alla manovra che per esempio punisce le donne. Come Pd, con Elly Schlein, chiediamo a Meloni di impegnarsi già da questa manovra sulle risorse per la formazione e la specializzazione e i centri antiviolenza, perché la battaglia contro la violenza maschile non può che vederci tutti uniti”.

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