Con l’operazione Swords of Iron, il governo israeliano vuole assicurarsi che Hamas non possa assolutamente ricostruire la sua struttura militare. Al fine di poter svolgere le operazioni militari nel settore nord della Striscia, attualmente oggetto delle operazioni contro gli islamisti, le Forze di Difesa israeliane stanno cercano di spostare il maggior numero di civili verso sud. il loro obiettivo è di procedere per settori allo sradicamento della struttura jihadista all’interno della Striscia. Un’area, ricordiamo, lunga 40 km e larga circa 13, dove vivono 2,3 milioni di persone, con una densità di popolazione pari a 6.500 abitanti per km², la densità più alta del pianeta. Sotto di essa si dirama inoltre un labirinto di tunnel che si stima raggiunga la lunghezza complessiva di 500 chilometri lungo tutta la Striscia.

La strategia in atto è quella di procedere all’occupazione della Striscia, dividendola in tre settori, ognuno dei quali dovrà essere bonificato dai jihadisti prima di procedere al successivo. La presenza di un numero così elevato di civili costituisce indubbiamente un impedimento per le operazioni sul campo. Come abbiamo visto, le Idf aprono giornalmente dei corridoi temporali per permettere ai civili di rifugiarsi nella parte sud della Striscia, a ridosso del valico di Rafah, al confine con il Sinai egiziano. Tuttavia le autorità egiziane preferiscono limitare l’apertura onde evitare un’invasione di profughi tra cui si potrebbero nascondere molti jihadisti.

La popolazione civile della Striscia, quindi, potrebbe fare la fine del topo. Le richieste delle IDF di spostarsi a sud per evitare di essere coinvolti negli scontri appare quanto mai singolare: le forze israeliane non limiteranno le operazioni al solo settore nord di Gaza ma, una volta bonificata l’area dai combattenti jihadisti, sposteranno l’offensiva nella parte sud della Striscia. Hamas ha una forza compresa tra 15mila e 30mila combattenti, ma si stima che la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) abbia altri 6mila-15mila combattenti. Le differenze nelle stime possono dipendere dalla definizione di ‘combattente’. Il ministero della Difesa israeliano ha stimato, nel settembre del 2023, che Hamas possa disporre di circa 40mila miliziani con differenti livelli di addestramento. Non si sa quale percentuale di questi stia attualmente imbracciando le armi per combattere le forze israeliane.

Anche se dal 2005 le forze israeliane hanno abbandonato l’interno di Gaza, ne hanno sempre controllato gli accessi, impedendo di volta in volta l’afflusso di derrate alimentari e di carburante. I miliziani di Hamas, con il sostegno della popolazione palestinese, hanno così cominciato a costruire tunnel sotterranei sempre più estesi per eludere la sorveglianza israeliana e poter contrabbandare merci provenienti dall’esterno della Striscia. Col tempo, questi tunnel sono diventati delle vere e proprie armi strategiche di Hamas, in quanto utilizzati come magazzini per le munizioni ma anche come luoghi protetti per assemblare razzi con i quali colpire il territorio israeliano.

Nei piani delle Idf questi tunnel andranno completamenti distrutti. Per forza di cose, quindi, l’intera superficie della Striscia di Gaza sarà sottoposta agli attacchi sia dall’aria che al fuoco dell’artiglieria. A questo punto i civili palestinesi dove dovrebbero spostarsi? Visto che la parte nord della Striscia di Gaza è ormai ridotta a un cumulo di macerie, con pochi edifici rimasti integri e priva di acqua corrente ed energia elettrica. A questo punto è lecito pensare che i corridoi umanitari aperti dagli israeliani siano più un contentino da dare all’opinione pubblica e non una reale volontà di salvaguardare l’incolumità della popolazione civile di Gaza.