Si è svolta a Milano l’ottava edizione del Forum Automotive, l’ormai tradizionale kermesse dedicata ai temi della mobilità. Dopo la lettura del messaggio di apertura del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i lavori sono entrati subito nel vivo con la presentazione dell’ultimo aggiornamento del Global Automotive Outlook di AlixPartners, da parte del Country Leader Italia ed EMEA Co-Leader of Automotive & Industrial Team Dario Duse, che ha illustrato le ultime tendenze del mercato.

Il 2023 è stato l’anno del recupero nelle vendite di auto a livello globale, che però hanno raggiunto solo il 92% dei livelli pre-Covid, con molte differenze a seconda della zona geografica. In America si è registrata una crescita del 10%, in Europa del 6% e in Cina solo del 3%, che però è diventata il primo esportatore al mondo di auto.

Nel Paese del Dragone i costruttori locali quest’anno avranno più del 50% di quota di mercato nella loro regione. In Europa il numero è infinitamente più piccolo, ma sta crescendo velocemente e si passerà dal 4% del 2022 al 6-8% del 2026.

Anche in Italia l’aumento della fetta di mercato dei produttori cinesi nativi è significativo ed è passata dal 2,3% del 2022 al 3,4% di maggio. Oltre alla reputazione, anche la mancanza di una rete distributiva nella nostra penisola è un vincolo all’ulteriore aumento di quota per i brand cinesi, che stanno sperimentando diversi approcci. Si va dai concessionari multimarca scelti ad esempio da BYD, agli showroom monomarca preferiti da Polestar e Lynk.

Capitolo nuova mobilità. La Cina ha investito 57 miliardi di dollari cumulati in 6 anni tra incentivi, sovvenzioni e aiuti all’industria per lo sviluppo delle auto elettriche, cifra che ha visto una forte crescita soprattutto dal 2020. Certo la quota di mercato delle auto elettriche in Europa è del 14% e in Italia solo del 4%. Secondo lo studio di AlixPartners, al 2035 i veicoli a zero emissioni potrebbero rappresentare la maggior parte delle vendite ma ci sono ancora tante nuvole all’orizzonte. Una di queste è il listino dei mezzi 100% elettrici. Si tratta di auto che hanno costi di produzione superiori ai modelli con motore a combustione e il gap non si chiuderà in questa decade anche perché serviranno circa 4 anni per recuperare l’aumento dei costi delle batterie dovuto al rialzo registrato nei costi delle materie prime che servono per realizzarle.

La penetrazione dell’EV dovrà inoltre essere accompagnata dalla creazione di circa 800 mila nuove stazioni pubbliche di ricarica nei principali paesi EU con una spesa di 18-20 miliardi (sei volte in più rispetto al 2022). Le vendite di auto elettriche si muovono inoltre di pari passo con gli incentivi, di cui non v’è certezza. Incertezza, costi, infrastrutture e incentivi sono proprio tutti i temi trattati nella seconda parte dell’evento, quando si è svolta una vera e propria Eurotribuna politica dedicata all’automotive, che ha visto il confronto tra i principali esponenti di tutta la filiera legata al settore ed europarlamentari. I politici hanno ascoltato le istanze del settore. Molte le domande, poche le risposte e un’unica certezza: la conversione all’elettrico è irreversibile anche se i punti da risolvere sono ancora molti e le parole non bastano più. Servono fatti concreti, anzi servono investimenti concreti, proprio come quelli che ha fatto la Cina.

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