Sono migliaia le persone che sono state costrette ad abbandonare la propria casa e spostarsi nella zona meridionale della Striscia di Gaza, per salvarsi dai bombardamenti. Nei giorni scorsi aerei delle forze israeliane avevano gettato dei volantini del nord della Striscia dando un ultimatum ai civili e ordinando loro di spostarsi verso sud. Diversi video postati sui social mostrano le famiglie a camminare con le proprie cose e qualche valigia, tenendo le mani alzate di fronte all’esercito israeliano. Alcuni hanno anche delle bandiere bianche improvvisate. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha) solo nella giornata di ieri 8 novembre circa 50mila palestinesi si sono spostati dal nord al sud della Striscia di Gaza. Da domenica scorsa 72mila persone sono state evacuate attraverso i corridoi attivati dall’esercito israeliano. “Secondo quanto riferito – riporta Unocha – gli scontri e i bombardamenti lungo e attorno alla strada” usata per le evacuazioni “sono continuati, mettendo in pericolo gli sfollati con segnalazioni di cadaveri lungo la strada”. Secondo l’Unocha “la maggior parte degli sfollati si muove a piedi e, stano a quanto riferito, l’esercito israeliano ha costretto gli sfollati che utilizzano veicoli a lasciarli all’estremità meridionale della città di Gaza”. Le Nazioni Unite stimano che circa 1,5 milioni di abitanti di Gaza, su una popolazione di 2,3 milioni di abitanti della Striscia, siano sfollati interni. Un esodo che ha spinto molti palestinesi a parlare di “una nuova Nakba”

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