Sono morti Liliach Lea Havron e Nir Forti, gli ultimi due dei tre italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. A darne l’annuncio il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nei giorni scorsi era già stato trovato il corpo di Eviatar Moshe Kipnis, marito di Havron, riducendo quasi a zero le già flebili speranze che la donna fosse ancora viva. In queste due settimane la famiglia aveva continuato a cercarla attraverso i social.

“Ho appreso del decesso di Liliach Lea Havron, italo-israeliana e moglie di Eviatar Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi. Entrambi erano scomparsi dopo l’attacco di Hamas. Rinnovo le condoglianze ai figli e alla famiglia. Per l’Italia un altro giorno di lutto”, ha scritto su Twitter Tajani. Il ministro aveva incontrato i figli della coppia, Yotam e Nadav, nella sua missione a Tel Aviv il 13 ottobre, quando la famiglia nutriva ancora una speranza, seppure appesa a un filo. Il 17 ottobre il corpo di Eviatar era stato identificato grazie al test del dna tra le centinaia di cadaveri rimasti senza nome. Sulle circostanze della loro morte non ci sono al momento altre informazioni. “La sua casa è stata bruciata”, aveva detto l’anziana zia Halamit Lumbroso. Con loro viveva anche il badante del marito, che era malato e sulla sedia a rotelle. L’uomo, filippino, è stato trovato morto sul posto dai primi soccorritori. Il figlio di Liliach, Yotam, di 29 anni, si era salvato dalla ferocia dei terroristi solo perché quella notte aveva dormito a Ramat Gan, vicino a Tel Aviv.

In serata Tajani ha comunicato la morte anche del terzo disperso con la doppia nazionalità italo-israeliana: si tratta di Nir Forti, un giovane che era andato con un’amica al festival di musica di Reim, a ridosso della Striscia, finito col massacro di 270 ragazzi. Fermato da uomini armati, che forse ha preso per agenti di polizia, sarebbe stato colpito al torace prima di non essere più rintracciabile. “Purtroppo anche Nir Forti è deceduto. Era l’ultimo dei tre italo-israeliani dispersi. Mi stringo al dolore dei suoi genitori, li avevo incontrati durante la visita a Tel Aviv. Morire a 29 anni, barbaramente ucciso dai terroristi, è profondamente ingiusto. Prego per te, giovane Nir”, ha scritto il vicepremier su Twitter.

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