Si è trasformata in città salva-governo, Porto Empedocle, la cittadina di Camilleri che ha ispirato i romanzi del commissario Montalbano, dove erano iniziati i lavori per farla diventare approdo crocieristico. Adesso invece ad accelerare sono altre opere: la cittadina ospiterà infatti un nuovo hotspot e sarà il luogo del rigassificatore che dovrebbe risolvere i problemi energetici. Succursale di Lampedusa Porto Empedocle lo è diventata da poco, da quando una tensostruttura è stata trasformata, in emergenza, in centro di smistamento migranti, non senza problemi. Così i traghetti, vecchi e pieni di problemi, che ogni giorno portano i turisti da Lampedusa a Porto Empedocle e viceversa, si sono trasformati in navette per smaltire l’emergenza nel centro di Lampedusa.

Si spostano i migranti e si sposta l’emergenza: così il sogno del porto crocieristico lascia presto il posto a un porto per migranti con la prossima costruzione di un hotspot che sostituirà quello provvisorio, la tensostruttura, per trasportare le persone che arrivano da Lampedusa qualche chilometro più in là, lontano dal centro abitato: “Rispetto all’attuale hotspot – ha spiegato il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello – questo rappresenta una primo passo verso una soluzione per la permanenza dei migranti il tempo dell’identificazione, e non permette la fuoriuscita dei migranti”. La fuga di decine di richiedenti asilo aveva allarmato nei giorni scorsi la popolazione, mentre la loro presenza aveva portato anche gli operatori di un bar del centro, nelle scorse settimane, a protestare. La soluzione è stata trovata con la costruzione di una nuova struttura in Contrada Caos, per un’emergenza che da straordinaria diventa ordinaria.

Sull’agenda del governo, però, c’è un altro problema che necessita di una soluzione, ovvero quello della sostenibilità energetica. Così, dalle carte in mano ai ministri, esce di nuovo quella di Porto Empedocle: la cittadina è stata scelta per la costruzione di un rigassificatore dalla capacità di 8 miliardi di metri cubi l’anno e potrebbe aumentare del 30% la rigassificazione in Italia. Lo sblocco per l’iter preventivo è arrivato grazie all’accordo tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani e l’amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo, che prevede la realizzazione dell’opera in quattro anni. A fare le barricate sono però i cittadini di Porto Empedocle, Realmonte e Agrigento: il rigassificatore sorgerebbe ai piedi del mare che rappresenta il luogo di congiunzione della città dei templi e la cittadina dove è nato Andrea Camilleri, nel punto dove è nato anche un altro illustre scrittore, Luigi Pirandello. Lo specchio di mare che andrebbe a impattare si trova anche a pochi chilometri dalla Scala dei Turchi di Realmonte, luogo turistico privilegiato dai visitatori della provincia agrigentina.

“Un ecomostro di questa entità avrebbe solo impatto negativo nei confronti del comparto turistico – dice Andrea Barbera, skipper e componente di un comitato di protesta contro il rigassificatore – Agrigento guarda ormai al turismo e alla cultura della salvaguardia del territorio con un paesaggio che fortunatamente è rimasto incontaminato nel tempo dagli scempi industriali e il suo territorio non può essere l’ennesima vittima di scelte scellerate di un governo cieco e obsoleto”. A schierarsi contro il progetto è anche il Parco archeologico della Valle dei templi, seguito dal sindaco di Agrigento, Franco Micciché e la soprintendenza: “Le opere avrebbero carattere invasivo”, ha scritto in una nota inviata al ministero della Cultura il direttore del Parco archeologico, il quale sottolinea “l’incompatibilità dell’opera con il territorio in cui la Valle dei templi, Patrimonio dell’Umanità, è parte integrante”. Nella città, capitale della Cultura 2025, insieme alla provincia, si punta al turismo da un lato, ma dall’altro si punta sull’industria e sugli hotspot.