Il M5s e il Pd arrivano ai ferri corti sul tema immigrazione. Lo fanno anche – e soprattutto – per bocca dei leader dei due partiti. La tensione si è aperta a causa di una frase di Giuseppe Conte, che a Porta a Porta aveva sostenuto che i dem sono per “un’accoglienza indiscriminata”. Parole che non sono piaciute a Elly Schlein: “Non ha letto le nostre proposte, aspettiamo di vedere le sue”, aveva commentato a caldo. Un botta e risposta proseguito anche nella giornata di mercoledì con diversi esponenti democratici tornati alla carica e pronti a ricordare la foto dell’ex presidente del Consiglio accanto a Matteo Salvini, ai tempi del governo M5s-Lega, quando vennero approvati i decreti Sicurezza.

“Mi spiace che Conte impieghi tempo a criticare noi – ha detto il responsabile Pd per le politiche migratorie, Pierfrancesco Majorino – Evidentemente peraltro non ha letto le nostre 7 proposte. Capirebbe che si sbaglia. Lo invito a informarsi e a non fare polemiche inutili”. Conte è arrivato a Lampedusa dopo la visita, nei giorni scorsi, della presidente del consiglio Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Incontrando i cittadini dell’isola, riuniti per discutere dell’emergenza, il presidente del M5s ha puntato il dito contro la premier, lasciando perdere le stoccate al Pd: le sue politiche hanno portato al “disastro”, al “fallimento”. Il leader Cinque Stelle ha visitato l’hotspot, il molo Favaloro, dove arrivano i migranti salvati dai natanti italiani, e il “cimitero dei barchini” abbandonati dopo gli sbarchi. “Il governo ha un atteggiamento maldestro, una goffaggine diplomatica che ci fa male”, ha detto, perché “quello che va fatto con la Tunisia e la Libia, ma anche con i Paesi di transito, è un lavoro serio che richiede tempo” mentre Meloni “privilegia bolle comunicative, che durano un giorno e poi si dissolvono”.

A Lampedusa Conte ha attaccato soprattutto il governo, ma in Parlamento le sue parole contro il Pd hanno continuato a galleggiare. Fra i dem, la convinzione è che siano state l’innesco della campagna elettorale per le europee, dove si voterà con una legge proporzionale che, di fatto, impone ai partiti di prendere le distanze e marcare le differenze. Le parole più tranchant su Conte le ha pronunciate il deputato Lorenzo Guerini, leader dell’area riformista Pd, quella che vede con meno entusiasmo il progetto di Schlein di arrivare, col tempo, a un accordo col M5s: “Meno male siamo diversi, nessuno di noi avrebbe mai sventolato i decreti Salvini. Comunque il Pd non è per l’accoglienza indiscriminata ma per governare il fenomeno migratorio”.

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