L’invito a Pontida per Marine Le Pen spacca (ancora di più) gli alleati di centrodestra. Crescono le tensioni tra Lega e Forza Italia, dopo l’annuncio che la leader dell’estrema destra francese sarà al raduno leghista. Il vicepremier e ministro degli Esteri Fi Antonio Tajani, già nelle scorse ore ha ribadito che Forza Italia “fa parte di un’altra famiglia” e “Le Pen non sarà mai nostra alleata”. Parole che hanno provocato la reazione di Matteo Salvini: “Io non mi permetto di dire agli alleati di centrodestra che non voglio tizio o caio quindi conto che il centrodestra unito in Italia lo sia anche in Europa. Invito chi non la conosce a venire a Pontida per conoscerla, è una donna straordinaria aperta, curiosa, culturalmente evoluta che non esclude nessuno e che ha un’idea di Europa di sicurezza, di famiglia, di lavoro e di agricoltura diversa da Macron”. Per Forza Italia ha parlato Raffaele Nevi, vicepresidente vicario dei deputati di FI e portavoce del partito: “Noi non mettiamo veti ma aderiamo al Partito popolare, che ha una carta dei valori chiara e incompatibile con i sovranisti”, che a loro volta hanno una linea politica “incompatibile con le scelte del governo, della coalizione e con la nostra collocazione internazionale”.

In questo quadro, ieri 10 settembre era intervenuto il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber. In una intervista al Corriere della Sera ha ribadito la volontà del Ppe di confermarsi come prima forza continentale, pronta sempre a ragionare su intese con le famiglie politiche socialiste e liberali per il bene dell’Ue. “Bisogna tenere presente che i leader di Spagna e Germania sono socialisti, il presidente francese è liberale e il Ppe è il primo partito in Europa, credo sia ovvio che i tre debbano sedersi insieme e trovare un’intesa per il futuro dell’Ue. La costruzione di compromessi è sempre stata il fondamento e continuerà a basarsi sulle maggioranze decise dai cittadini”, ha detto.

Di fronte alle parole di Weber, ha protestato il Carroccio: “Come se una legislatura di scelte sbagliate”, hanno scritto in una nota gli europarlamentari Lega Marco Zanni, presidente del gruppo ID, e Marco Campomenosi, capo delegazione, “occasioni mancate e politiche fallimentari non fosse abbastanza, il presidente del gruppo Ppe Manfred Weber in questi giorni arriva a riproporre l’alleanza coi socialisti? Emblematico che Weber stesso abbia ricordato come il Ppe abbia sostenuto 32 dei 34 provvedimenti del Green deal, garantendo supporto politico a provvedimenti inefficaci e dannosi dettati da sinistre e Verdi”. E ancora: “Oggi, dopo che la maggioranza Ursula è venuta più volte meno alla prova dei fatti in aula, per i litigi e le sue forti divisioni interne, assurdo che Weber insista con la strategia suicida dell’accordo con quelle forze politiche che in questi anni hanno promosso un’agenda ideologica ed estremista che va a colpire imprese, lavoratori e famiglie, portando un continente alla deriva della stagflazione e condannandolo a lunghe crisi sociali e a un processo di de-industrializzazione”, ha proseguito la nota. “In Ue serve un netto cambio di rotta e di maggioranza: chi non lavora per un centrodestra unito anche in Europa fa il gioco della sinistra”, concludono i due eurodeputati della Lega.

Per il M5s, gli ultimi movimenti dimostrano che “il centrodestra in Europa non esiste. Weber e Tajani seppelliscono definitivamente le velleità di Salvini che spera di replicare anche in Europa il modello estremista che governa l’Italia. Una maggioranza al Parlamento europeo con Le Pen e Afd, ma senza dimenticare i nazionalisti polacchi, Vox e i post-fascisti di Meloni, sarebbe la fine del sogno europeo”, ha detto Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 stelle. Entusiasta invece il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: “L’intervista del presidente del Ppe conferma la nostra posizione, rafforzare l’area moderata, popolare, riformista che si riconosce nel Partito Popolare Europeo, che è sempre stato il perno di qualsiasi maggioranza europea. Noi continueremo a lavorare con l’obiettivo di valorizzare l’esperienza italiana di governo e rafforzare anche in Europa l’asse con i Conservatori, ma senza inseguire l’estrema destra”.

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