Tax extreme wealth. Tassate la ricchezza estrema. E’ l’appello che arriva da 300 personalità del mondo dell’imprenditoria, della politica, dell’economia ai leader dei Paesi del G20 che si riuniranno il 9 e il 10 settembre in India. Serve un nuovo accordo internazionale per la tassazione dei grandi patrimoni – si legge nell’appello – “che permetta di ridurre le disuguaglianze e di generare le risorse necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo”. Tra i firmatari ci sono alcuni nomi non nuovi a questo tipo di appelli – o comunque non sorprendenti – come gli economisti Joseph Stiglitz e Thomas Piketty o il senatore americano Bernie Sanders, ma anche molti ex premier europei non più in carica (dal Belgio alla Danimarca, dalla Croazia alla Romania), artisti come l’ex membro dei Roxy Music Brian Eno, ma anche milionari come l’erede della dinastia dei Disney, Abigail Disney, pronipote di Walt. Le trecento personalità hanno sottoscritto l’appello di organizzazioni non governative e think tank di importanza mondiale come Oxfam, Patriotic Millionaires, Institute for Policy Studies, Earth 4 All e Millionaires for Humanity.

Una decisione motivata dai numeri, spiegano. “Negli ultimi 10 anni – si legge – i miliardari del pianeta hanno più che raddoppiato le proprie fortune arrivate a 11.800 miliardi. Su scala globale per ogni dollaro di gettito fiscale solo 4 centesimi provengono da imposte patrimoniali”. Una crescita che non si è arrestata nemmeno durante la pandemia, quando numerose aziende sono state costrette a chiudere e i prezzi, con la ripresa, sono saliti a ritmi costanti. In particolare, si legge, nel decennio 2012-2022 le persone con un patrimonio superiore ai 50 milioni di dollari hanno visto incrementare del 18,3% il valore della propria ricchezza aggregata netta, mentre i miliardari Forbes hanno visto aumentare le proprie fortune del 98% in termini reali: un ritmo che ha portato a una crescita dei patrimoni in tutto il mondo per circa 2,7 miliardi di dollari al giorno dal marzo 2020 al novembre 2022. Nello stesso periodo, per ogni dollaro di incremento della ricchezza netta del 90% più povero del pianeta, il patrimonio medio di un miliardario Forbes è aumentato di 1,7 milioni di dollari.

Eppure, specificano, “con le regole attuali metà dei milionari del mondo non sarà assoggettata ad alcuna imposta di successione, potendo trasferire, esentasse, una ricchezza pari a 5mila miliardi di dollari ai propri eredi”. Uno sbilanciamento inaccettabile che, sostengono, deve essere contrastato impedendo “che l’esorbitante concentrazione di ricchezza comprometta il nostro futuro comune“, mentre sempre più persone in tutto il mondo “chiedono a gran voce un cambiamento” che renda più inclusive le nostre economie e più eque, dinamiche e coese le nostre società. “Molto lavoro è già stato fatto – è la conclusione della lettera – Esistono tante proposte di tassazione della ricchezza avanzate da parte di alcuni dei più importanti economisti al mondo. L’opinione pubblica è favorevole alla tassazione degli ultra-ricchi. Lo siamo anche noi. Ora manca solo la volontà politica per fare concreti passi in avanti. È ora che la troviate“.

Proprio le risorse derivanti da una nuova tassazione potrebbero contribuire ad affrontare le grandi sfide economiche contemporanee: l’estrema concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, aggiungono, rappresenta “un disastro economico per l’ambiente e per il rispetto dei diritti umani che minaccia la stabilità politica in tutto il mondo. Decenni di riduzione delle tasse ai più ricchi, basata sulla falsa promessa che della ricchezza ai vertici avremmo beneficiato tutti, hanno contribuito ad acuire le disuguaglianze, portandole a livelli allarmanti”. Anche perché, proprio a causa dell’aumento costante dei prezzi, “per la prima volta da decenni la povertà estrema è in aumento e quasi 2 miliardi di persone vivono in Paesi in cui l’inflazione ha superato la crescita dei salari. Inoltre, si sta rapidamente esaurendo il tempo a disposizione per gli Stati per effettuare gli investimenti necessari a contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi, come previsto dall’Accordo di Parigi”.

Ad aderire all’appello tra gli altri c’è anche Morris Pearl, ex ad di BlackRock e presidente dei Patriotic Millionaires (organizzazione apartitica di ricchi americani che chiede di pagare tasse più alte). “Il crescente divario tra ricchi e poveri – dichiara – ha destabilizzato l’economia globale, indebolito la coesione sociale e favorito l’affermarsi di proposte politiche estreme e populiste. Come persona molto ricca, in rappresentanza di un’organizzazione di persone facoltose che la pensano come me, chiedo al G20 di tassarci. I leader delle maggiori economie mondiali devono coordinare un’azione rapida e decisa per ridurre i pericolosi livelli di disuguaglianza che abbiamo raggiunto. Se non si riuscirà a tassare efficacemente le grandi ricchezze, il risultato sarà un indebolimento dell’economia globale, il declino delle istituzioni democratiche e l’aggravarsi di disordini sociali. Il G20 deve agire”.

Tra cui si trovano nomi come l’ereditiera e filantropa Abigail Disney (pronipote di Walt), gli ex premier di Belgio (Yves Leterme), Romania (Petre Roman), Croazia (Jadranka Kosor), Repubblica Ceca (Jan Fisher), Bulgaria (Giorgi Parvanov) e Danimarca (Poul Nyrup Rasmussen), figure dello spettacolo come il regista e sceneggiatore britannico Richard Curtis (l’inventore di Mr Bean), l’ex presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite Maria Espinosa ed economisti del calibro di Gabriel Zucman, Jayati Ghosh, Kate Raworth, Jason Hickel e Lucas Chancel. E poi una sfilza di milionari di diversi Paesi: in tutto sono 112. Tra loro c’è per esempio Marlene Engelhorn, austriaca, trent’anni da compiere, discendente dei fondatori della Basf, azienda tedesca tra le più grandi del mondo nel settore della chimica, che nel 2021 ha registrato un fatturato di oltre 78 miliardi di euro: ha fondato con altri “Taxmenow”.

I firmatari italiani sono solo due: sono Giorgiana e Guglielmo Notarbartolo di Villarosa, entrambi giovani membri della famiglia Marzotto, entrambi figli di Veronica e nipoti del conte Paolo Marzotto. La prima era stata l’unica italiana tra i 102 milionari che nel 2022 firmarono una lettera-appello simile a questa presentata al Forum economico di Davos. Il secondo è capo del private equity e venture capital della holding Pfc e fondatore di Anya Capital, con un portafoglio da 35 milioni di euro.

Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia fiscale di Oxfam Italia, ricorda che proposte come questa sono sostenute da una maggioranza degli europei. “Non a caso – rileva – sull’introduzione in Europa di un’imposta sulle grandi fortune è stata di recente presentata un’Iniziativa dei Cittadini Europei e presto partirà la relativa raccolta firme. Per consolidare il sostegno formale di chi chiede maggiore equità del prelievo e per poter generare considerevoli risorse da destinare al finanziamento delle politiche di coesione, delle strategie di transizione ecologica e sociale in Europa e degli interventi di solidarietà internazionale”.

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Nella foto in alto | Da sinistra il musicista Brian Eno, la filantropa Abigail Disney e l’ex ad di Blackrock Morris Pearl

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