Tra i medici, i tecnici e il personale infermieristico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona circola da qualche giorno una lettera che costituisce un pesante atto d’accusa contro l’avvio, iniziato il 24 giugno, del nuovo sistema di informatizzazione sanitaria. A firmare il documento sono decine di operatori sanitari che lanciano ai sindacati e alle loro rappresentanze di categoria una dura reprimenda nei confronti del rodaggio di un sistema che sta creando preoccupazione, non solo per i carichi di lavoro, che determinano una saturazione di funzioni, ma per i rischi che ciò comporta nelle cure e nelle attività ospedaliere. Visto che il tempo di medici e infermieri non è infinito, se esso è assorbito da una tecnologia che gli interessati reputano lenta, inadeguata e ridondante, il grado di attenzione che va dedicata ai pazienti si riduce, mentre aumenta la possibilità che si commettano errori anche gravi.

Il sistema Informatico Ospedaliero Trakcare – La Regione Veneto, per adeguarsi alla normativa del fascicolo sanitario elettronico, ha fatto partire dall’Azienda di Verona quella che è considerata una rivoluzione che poi toccherà le altre aziende ospedaliere e Ulss del Veneto. Si tratta di un appalto in cinque lotti, del valore di 122 milioni di euro (Iva esclusa) assegnato da Azienda Zero, il braccio operativo della giunta regionale di Luca Zaia, per il Sistema Informativo Ospedaliero (Sio) centralizzato. Ad aggiudicarsi i diversi lotti (durata cinque anni, possibilità di proroga di altri due anni) sono stati diversi raggruppamenti temporanei d’impresa. A Verona è stato avviato il sistema InterSystems Trakcare che prevede il trasferimento in un unico software di 32 milioni di documenti sanitari, che fino a giugno erano gestiti da sette diversi software. Il fatto è che non solo l’avvio è stato problematico, ma gli operatori sono sul piede di guerra e chiedono una vertenza dura, dopo le ferie, per le caratteristiche del prodotto.

“Un sistema inadeguato” – La lettera – che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare – è indirizzata a tutte le sigle sindacali dell’Azienda ospedaliera: ANAAO-Assomed (sindacato di medici e dirigenti sanitari), AAROI (Associazione Anestesisti, Rianimatori Ospedalieri Italiani), Nursing Up (sindacato degli infermieri), Cgil, Cisl e Uil con le loro articolazioni. Ecco cosa scrivono decine di operatori: “A più di un mese dall’attivazione del nuovo Sistema Informatico Ospedaliero Trakcare, nonostante l’impegno profuso da tutti i professionisti coinvolti sul campo e il notevolissimo dispendio di tempo ed energie, appare ogni giorno più evidente la totale inadeguatezza del sistema nella gestione dell’attività assistenziale, ad ogni livello”. E ancora: “Questo software si sta rivelando assolutamente inadeguato alla gestione di una realtà complessa come la nostra Azienda Ospedaliera. Invece di facilitare il flusso di informazioni e la gestione del paziente, sta rendendo il processo assistenziale lento e laborioso, aumentando la probabilità di indurre in errore l’operatore e mettendo a rischio di grave danno il paziente, di fatto incrementando il rischio clinico invece di ridurlo”. Si tratta di giudizi perentori, articolati in quattro capitoli.

“Un dispendio di tempo” – Il rilievo iniziale riguarda la fase di immissione dei dati. “In primo luogo tutta la interfaccia utente si è confermata completamente controintuitiva, laboriosa al limite della impossibilità all’utilizzo, costringendo gli operatori a continue conferme, spunte, immissioni di userID e password, forzando un dispendio di tempo incredibile. Questo tempo viene inevitabilmente sottratto all’attività assistenziale e rallenta i processi decisionali nelle situazioni di emergenza ed urgenza in modo rilevante”. La macchinosità viene esplicitata nel secondo punto, relativo alla gestione dei ricoveri: “Tutti i processi di normale gestione del paziente (accoglimento, immissione in lista operatoria, ricovero, trasferimento in sala operatoria, gestione farmacologica, richiesta e visualizzazione esami, consulenze e loro redazione) sono assolutamente frammentari, convoluti, macchinosi e non seguono il normale flusso logico delle decisioni, rendendo la gestione del ricovero assai difficoltosa”.

“Referti ed esami inaccessibili” – Uno dei vantaggi del sistema dovrebbe essere la facilità di reperimento delle informazioni cliniche relativa ai pazienti. Anche su questo punto i rilievi sono severi. “In terzo luogo, la interfaccia con gli altri applicativi (imaging, refertazione di alcuni esami specialistici) è discontinua e irregolare, costringendo gli operatori a continui spostamenti tra software differenti, e spesso rendendo inaccessibili referti o immagini”. La quarta parte delle critiche riguarda le modalità delle prescrizioni di medicine e di osservazione dei referti. “La gestione della terapia farmacologica nei reparti è diventata complessa ai limiti della praticabilità, con maschere di immissione della terapia assai laboriose e gestione della somministrazione altrettanto convoluta”. Anche “la raccolta e la visualizzazione dei parametri clinici è di difficile consultazione”, mentre “i dati di laboratorio devono essere visualizzati e spuntati uno ad uno, pena la segnalazione di ‘esame non visualizzato’ in fase di dimissione”. Si tratta di un aspetto molto delicato, perché il sistema traccia tutte le operazioni, ma per farlo richiede che ogni casella di visualizzazione venga riempita. “In più circostanze (come nel caso degli esami ematochimici) la visualizzazione di un dato in un quadro sinottico o in anteprima non viene registrata, facendo apparire inadempiente l’operatore che non ha eseguito tutte le spunte previste dal programma, e dunque innescando probabili contenziosi medico-legali”.

L’azienda replica – Prima di questa autentica “bomba”, il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Callisto Bravi, aveva dichiarato: “La sicurezza dei pazienti è per noi prioritaria e garantita costantemente. L’assistenza è assicurata in tutti i setting assistenziali e con una fortissima attenzione nell’emergenza e urgenza. Chiediamo ai cittadini di portare pazienza e di segnalare ogni problema”. Poi ha aggiunto: “Il vantaggio per i pazienti e gli operatori, quando la nuova tecnologia sarà a regime, sarà che il fascicolo sanitario regionale si arricchirà di tutte le informazioni sulla salute dei singoli cittadini. Le notizie centralizzate saranno facilmente consultabili dal paziente comodamente da casa e altrettanto dal singolo medico che, in un unico sistema, avrà tutta la storia clinica delle prestazioni erogate”. Adesso dall’Azienda fanno sapere che le criticità non riguardano più i servizi esterni, esami e pagamenti alle casse, ma solo aspetti interni. Ad esempio, permangono problemi di inserimento dati di persone residenti fuori regione. In alcuni casi dopo la prenotazione di esami, il bollettino di pagamento è malfunzionante. Sono inoltre in corso miglioramenti del format delle lettere dimissioni.

I sindacati: “Quando finiranno i disservizi?” – I problemi però sembrano essere strutturali. Antonio De Pasquale (Fp Cgil), Stefano Gottardi (Uil Fpl) e Giovanni Zanini (Fp Cisl) rincarano: “Abbiamo preso atto che l’Azienda Ospedaliera non è in grado di assicurare un termine temporale certo per il completamento delle procedure di migrazione dai vecchi sistemi informatici verso il nuovo sistema unificato. Non è dato sapere se e quando avranno termine disservizi e disagi causati dai continui errori generati dal sistema che ostacolano, al limite dell’impraticabilità, il lavoro quotidiano del personale sanitario nei poli ospedalieri di Borgo Trento e Borgo Roma”. Hanno preparato una piattaforma che chiede alla Regione di ovviare al rischio clinico e garantire tutela legale ai dipendenti, oltre ad aumenti di personale e incentivi per lo stress dei dipendenti. Sul piano politico, i consiglieri regionali dem Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni hanno presentato un’interrogazione all’assessore Manuela Lanzarin. “Ci si chiede se il nuovo software Trakcare sia adeguato alle esigenze dell’azienda ospedaliera, visto che le segnalazioni circa le criticità vanno al di là delle prevedibili difficoltà conseguenti ad un cambiamento nelle modalità lavorative”.

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