L’industria italiana non reagisce: è debole il dato sulla produzione industriale di giugno, soprattutto per quanto riguarda il settore dei beni di consumo, che su base annuale cala del 2,3%, e dell’energia, che su base tendenziale registra un picco del -9,4%. Lo riportano i dati Istat che, pur registrando un +0,5% rispetto allo scorso mese, fotografano un calo dello o,8% rispetto a giugno 2022. Nella media del secondo trimestre, il livello della produzione industriale diminuisce dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Mentre, considerando i primi sei mesi dell’anno (con i dati corretti per gli effetti del calendario) la diminuzione è del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’indice della produzione dei beni di consumo diminuisce sia su base congiunturale (-0,1%) che tendenziale (-2,3%), confermando la debolezza della domanda interna. Cala soprattutto la produzione dei beni durevoli: -5,3% nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 (un po’ meglio quella dei beni non durevoli che cala di 2,3 punti percentuali). Per l’energia si registra un lieve aumento su base congiunturale (+0,3%), ma il calo rispetto a giugno 2022 è netto: -9,4%. Nel primo semestre dell’anno il trend è negativo su base annua sia per quanto riguarda la produzione dei beni di consumo (-2,9%) che dell’energia (-9,5%).

L’indice destagionalizzato mensile – spiega l’Istat – mostra aumenti congiunturali per i beni strumentali (+1,5%), i beni intermedi (+0,4%) e l’energia (+0,3%) mentre si osserva una flessione marginale per i beni di consumo (-0,1%). Al netto degli effetti di calendario, a giugno 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dello 0,8% Cresce solamente la produzione de beni strumentali (+7,6%) mentre diminuisce quella dei beni di consumo (-2,3%), dei beni intermedi (-4,4%) e in modo più marcato dell’energia (-9,4%).

Tra i settori di attività economica la fabbricazione di mezzi di trasporto presenta un’ampia crescita tendenziale (+25,1%), seguono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+11,8%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+0,4%). Le flessioni maggiori si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-14,6%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-13,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,9%).

Dati negativi anche per Francia e Spagna. L’ufficio di statistica francese registra che la produzione industriale di giugno è in calo dello 0,9%, rispetto a maggio. Su base annua la flessione è dello 0,3%. In Spagna il calo è dell’1% su base mensile e del 3% rispetto a giugno 2022. Dati due volte peggiori rispetto alle previsioni degli economisti di Madrid che si attendevano un calo dello 0,5% su base mensile e dell’1,6% su base annuale.

Articolo Precedente

Rialzo dei prezzi, il governo vara il calmiere dal primo ottobre ma c’è il no delle industrie. Consumatori: “Una sceneggiata di Urso”

next
Articolo Successivo

Di Foggia, a.d. di Terna scelta da Meloni, caccia i manager senza avere i sostituti e affossa la società in Borsa

next