Tutti in acqua contro la crociata lanciata dalla sindaca leghista di Monfalcone, Anna Cisint, che vorrebbe impedire alle donne musulmane di andare in spiaggia vestite con i burqini, in ossequio alla loro religione e ai loro costumi. A Marina Julia, frequentatissimo punto del litorale giuliano, alcune centinaia di persone si sono date appuntamento il 23 luglio per iniziativa dell’Associazione Monfalcone Interetnica. A controllare, carabinieri, poliziotti e uomini della Digos. Il “flash mob” ha costituito una risposta all’annuncio della sindaca, che aveva scritto testualmente: “È inaccettabile il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti. Una pratica che crea insopportabili conseguenze dal punto di vista della salvaguardia del decoro del luogo. Chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi che vigono nel contesto locale e italiano. Non possono essere accettate forme di ‘islamizzazione’ del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene, generando il capovolgimento di ogni regola di convivenza sociale”.

Ad entrare in mare vestiti c’erano anche numerosi amministratori locali. Il presidente di Ami, Arturo Bertoli, aveva raccomandato di “muoversi a gruppetti di quattro cercando di non disturbare”. In realtà gli aderenti all’iniziativa si sono ritrovati tutti assieme davanti alla concessione Number One, seguiti a vista da due vigili urbani. I bagnanti hanno guardato con curiosità. Bertoli ha poi commentato: “L’associazione ringrazia tutti coloro che hanno voluto partecipare a questa iniziativa allegra e determinata a contrastare le sparate intolleranti e fuori tempo della sindaca Cisint. Che ancora una volta si è coperta di critiche da mezza Italia. Perfino i sindaci del Veneto hanno dichiarato che l’inclusione è importante anche per il turismo. Ma lei no, lei vuole sempre e solo dividere la città cavalcando e diffondendo intolleranza”.

La sindaca Cisint ha replicato evocando un presunto rischio islamizzazione: “L’Italia conosce la mia battaglia, che non è quella ‘del costume da bagno’, quanto della dignità dei miei concittadini e della mia città da tutti i punti di vista, della sicurezza, del lavoro, della convivenza sociale. E poi il tema è ampio e riguarda il pericolo di islamizzazione, già in atto a Monfalcone, che noi combattiamo”. Per la prima cittadina leghista, quella del weekend è stata “una manifestazione boomerang della sinistra, l’ennesima dimostrazione dell’isolamento di una protesta sistematica alle decisioni del Comune, una sinistra che si limita sempre più a una marginalità di attivisti militanti e non riesce ad attrarre le folle annunciate nei comunicati della vigilia”.

*Foto in evidenza: volantino del flash mob organizzato dall’associazione A.M.I.

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