A meno di tre anni dal debutto della prima generazione è già tempo di restyling per la Volkswagen ID.3, che vuole mantenersi al passo di un mercato elettrico in cui ogni mese aumentano i concorrenti e allo stesso tempo correggere qualche piccolo difetto di gioventù. Le dimensioni non sono cambiate, però c’è un nuovo cofano più elegante, accompagnato da fari e paraurti ridisegnati, così come da nuove colorazioni.

Il risultato è un aspetto generale più accurato, mentre all’interno il salto di qualità è ancora più evidente: lo schermo da 12 pollici del sistema di infotainment è di serie su tutti gli allestimenti e la qualità dei rivestimenti e dei materiali è migliorata. Questi ultimi, inoltre, non derivano più da prodotti di origine animale e provengono sempre di più dal riciclo. La gamma, poi, è stata semplificata: ci sono due versioni con lo stesso motore posteriore da 204 CV che si distinguono per la diversa capacità della batteria, cioè 58 o 77 kWh.

Le capacità degli accumulatori sono invariate, a parte la possibilità di ricaricare in corrente continua fino a 170 kW, senza contare la migliore gestione software che ha portato a un piccolo aumento dell’autonomia omologata WTLP: dai precedenti 426 e 549 km, è salita rispettivamente a 429 e 558. Sempre a proposito di software, la nuova release 3.5 riguarda anche l’infotelematica e bisogna sottolineare che il sistema ora è molto più veloce e reattivo, praticamente senza impuntamenti.

Ad ogni modo, per chi non avesse dimestichezza con la Volkswagen ID.3, si tratta del modello con cui il costruttore di Wolfsburg ha iniziato la sua rivoluzione elettrica. Una terza era che segue le prime due caratterizzate dal Maggiolino e dalla Golf. La ID.3 è stata la prima auto realizzata sulla piattaforma MEB, ovvero la base tecnica che il Gruppo tedesco ha sviluppato appositamente per i modelli elettrici, dove le batterie trovano posto nel punto più basso e centrale della vettura, mentre il motore è posizionato dove di solito c’è la ruota di scorta.

La Vokswagen ID.3 , è lunga esattamente come una Golf (4,26 metri) ed è lievemente più alta, ma dentro è molto più spaziosa. Questo perché il motore a elettroni è molto più compatto di uno termico e le batterie si trovano sotto il pavimento: nel piccolo cofano, invece, c’è posto per il condizionatore e altri componenti secondari.

La plancia e i comandi sono semplificati al massimo, per rendere tutto il più intuitivo possibile. Anche per questo non c’è la leva del cambio ma solo un piccolo comando rotante alla destra del volante; si usa per selezionare la marcia avanti e quella indietro e per aumentare la forza della frenata rigenerativa.

Questo è un tema centrale quando si guida un’auto elettrica, perché tutte le volte che bisogna rallentare o fermarsi, si può recuperare energia cinetica e trasformarla in elettricità. Basta solo un po’ di pratica, soprattutto per abituarsi a guardare più lontano del solito e prevedere il flusso del traffico.

Tornando alla frenata rigenerativa, passando con il selettore dalla “D” di Drive alla “B” di Brake, non appena si rilascia l’acceleratore, la ID.3 rallenta in modo consistente tanto che in città si può fare quasi sempre a meno del pedale del freno. Ma la ID.3 sa anche scattare rapidamente in avanti. I 204 CV a disposizione sono più che sufficienti per andare da 0 a 100 km/h in meno di 8 secondi, poi la “festa” finisce ai 160 km/h autolimitati (per non consumare troppo). In generale, la guida è facile e divertente, grazie al baricentro basso e allo sterzo molto preciso.

Infine, va sottolineato che ogni ID.3 è certificata come “carbon neutral”, ovvero con una produzione a impatto zero di CO2: la maggior parte dei componenti, batterie incluse, vengono realizzate utilizzando energia proveniente da fonti rinnovabili. Tuttavia, nel processo costruttivo ci sono delle emissioni inevitabili, che vengono compensate con progetti di tutela del clima. I prezzi di listino partono da 41.900 euro per la Pro Performance da 58 kWh e da 50.000 per la Pro S da 77 kWh, ma è curioso notare che l’offerta commerciale di Volkswagen preveda un Taeg del 4,95%, visto che per il resto della gamma tedesca è compreso tra il 7% e l’11%.

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