Uno studio di Libera e Gruppo Abele sembra confermare quello che gli enti locali lamentano da mesi: moltissimi progetti locali che fanno capo al Pnrr non sono stati inseriti nel sistema di rendicontazione del piano, cosa che ovviamente falsa i risultati dei monitoraggi. La seconda Edizione del rapporto Il PNRR ai raggi X, curato dal Progetto Common – Comunità monitoranti delle due associazioni in collaborazione con la rivista lavialibera grazie alla partecipazione di 124 volontari, ha censito i progetti dal basso chiedendone conto direttamente ai 109 comuni capoluoghi di provincia, soggetti attuatori del piano, nel momento in cui hanno certificato e messo a bilancio le risorse. Di qui cinque domande a governo ed amministrazioni locali: perché queste discrepanze? Come ricostruire la filiera informativa dei progetti fin dalla fase decisionale, se vengono cambiati in corsa gli elementi di base come i Codici unici di progetto e manca trasparenza (oltre un terzo dei Comuni interpellati tramite Foia non ha risposto)? Il sistema di governance e rendicontazione funziona? Quando sarà disponibile un portale unico completo e personalizzabile? Infine, quanti e quali sono davvero i progetti oggi attivi in Italia?

Con questa metodologia sono stati mappare 1.731 progetti per 92 dei 109 Comuni capoluogo di provincia per una spesa totale di circa 6 miliardi. Per 133 progetti mappati non è stato possibile individuare il Codice unico di progetto, una sorta di “codice fiscale” essenziale per l’identificazione. Confrontando il dataset di Libera con i dati sui disponibili su Italia Domani emerge però “una gigantesca differenza che non si riesce a spiegare”: 900 Cup su 1.598 non sono presenti (o non sono coincidenti) nel database istituzionale. I dati risultano ancora diversi se si incrocia il database di Libera con quello reso disponibile dall’Autorità anticorruzione: 328 progetti (o meglio CUP) mappati da Libera non sono presenti o sono non coincidenti. Provando a comparare il database di Libera con entrambi i database, si trovano 166 cup che esistono solamente nel database di Libera.

A livello regionale sui dati dei comuni capoluoghi il maggior numero di progetti mappati da Libera si trovano in Emilia Romagna (269), Lombardia (241), Toscana (215) e Veneto (206). Se si confronta il dataset di Libera con i dati di Italia Domani a livello regionale, in Toscana 144 progetti dei 197 mappati da Libera e provvisti di Cupnon sono presenti nel database istituzionale, nel Veneto 124 su 195, in Emilia Romagna 150 su 237. “La discrepanza tra i dati raccolti da nostro monitoraggio civico e quelli istituzionali – commenta Leonardo Ferrante, responsabile del progetto – rende molto difficile ricostruire quali e quanti siano effettivamente i progetti. I risultati che presentiamo vanno nella direzione opposta e la trasparenza è ancora una chimera. Il cambiamento passa per la capacità dello Stato di garantire partecipazione e rendicontabilità”.

“Davanti questa fotografia non ci sorprende se una recente indagine di Demos per Libera il Piano nazionale di ripresa e resilienza viene dipinto come un oggetto misterioso nella percezione delle cittadine e dei cittadini. Circa sette intervistati su dieci (68%) affermano di averne “nessuna” o “scarsa conoscenza”. Contestualmente, la stessa indagine mostra che è alta la preoccupazione che la grande mole di denaro impiegata in investimenti pubblici possa favorire infiltrazioni mafiose. Infatti, ben l’88% degli intervistati ritiene che il Pnrr – per quanto avvolto in una nebbia di incertezza sulla sua reale natura – sia comunque a rischio di corruzione e mafiose, presumibilmente al pari di ogni altra forma di investimento di risorse pubbliche in Italia”.

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