“Ho sentito dire alla dottoressa Daniela Santanchè durante il suo intervento in Senato che lei con la Ki Group non c’entrava niente, ma io avevo rapporti quasi quotidiani con lei e decidevano le cose da fare sotto le sue direttive. Avevamo riunioni ogni 15 giorni con la dottoressa”. Queste le parole di una ex dipendente della Ki Group, Monica Lasagna, in merito a quanto riferito a Palazzo Madama dalla ministra del Turismo, sulle vicende delle sue società.
Non è stata l’unica che lavorava per Ki Group a intervenire dopo l’informativa di Santanchè alla conferenza stampa organizzata dal M5S nel corso della quale il presidente pentastellato Giuseppe Conte ha spiegato i motivi della mozione di sfiducia presentata contro la ministra. “Ho lavorato in quella azienda per 30 anni, ho dato le dimissioni nel settembre 2022 e a novembre avrei dovuto incassare la parte restante del mio Tfr di 44mila euro. Il bonifico non è mai arrivato. Il fatto di lavorare per un senatore significava per me essere garantita”, ha aggiunto la stessa Lasagna. Un’altra ex dipendente, Raffaella Caputo, ha raccontato: “Anche io aspetto un Tfr pari a 38 mila euro e la delusione più grande è che noi pensavamo di essere salvate dalla senatrice quando è entrata nella società. Mentre c’è stato il declino giorno per giorno”.
In merito alla presenza della ministra in azienda, Caputo ha precisato che “in amministrazione avevamo come riferimento il figlio Lorenzo Mazzaro, che chiamava la mamma per chiedere autorizzazione per qualsiasi cosa. Quindi eravamo sempre ai suoi ordini“. Racconti simili anche da parte di Ennio Cecchinato, agente di commercio per Ki Group: “Io avanzo 64mila euro. Facevamo ordini e non arrivava la merce”, ha spiegato, confermando che “in tutte le ultime riunioni la dottoressa Santanchè era presente e dovevamo riferire a lei. Quelle sono somme che ci spettano e le chiediamo di onorare i suoi impegni”, ha continuato.
“In merito alla presenza in Aula e in conferenza stampa di alcuni dipendenti della società Ki Group – di cui il Ministro Santanchè detiene solo il 5% delle azioni e non ha avuto negli ultimi anni la gestione diretta né alcun incarico – si evidenzia che per quanto sia a conoscenza del Ministro del Turismo, la loro situazione verrà a breve definita e la società stessa provvederà alla liquidazione secondo i termini stabiliti nel concordato”, è stata la replica in una nota dell’ufficio stampa della ministra. Mentre Giuseppe Conte ha attaccato: “Santanchè in Parlamento si scherma dietro un ruolo assolutamente marginale sul piano formale nella società Ki Group, però abbiamo sentito i dipendenti che hanno dichiarato che invece lei aveva ruoli operativi e partecipava periodicamente a riunioni dando indicazioni e istruzioni e a loro appariva come la titolare della società. Stando a quello che hanno riferito i dipendenti, Santanchè avrebbe mentito al Parlamento. Questo sarebbe molto grave e sarebbe un ulteriore motivo che giustifica la richiesta di dimissioni”, ha aggiunto in una nota il presidente M5s.