Tra gestione dei rifiuti, mobilità a zero emissioni, ciclo delle acque, energia da fonti rinnovabili e lotta al consumo di suolo, l’indice di sostenibilità medio delle isole italiane è fermo al 40 per cento: tra le più virtuose Tremiti, Egadi, Eolie e Capraia, il cui indice si attesta intorno al 50%, mentre più indietro sono la Maddalena, l’Elba e Ischia, che ancora non arrivano al 30%. È quanto emerge dai dati del quinto rapporto ‘Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori’ curato dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr che, per la prima volta, hanno calcolato l’indice di sostenibilità medio di 27 piccole isole marittime abitate, tenendo conto delle performance legate a criteri legati a consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi. “Nonostante dei timidi passi avanti, in Italia sulle isole minori la piena sostenibilità è ancora un traguardo lontano” spiega Legambiente.

Le isole più virtuose e quelle meno sostenibili Guardando alle singole isole, tra quelle più avanzate nel percorso di sostenibilità ci sono le isole Tremiti con un indice pari al 53%, seguite dalle Isole Egadi (Favignana, Marettimo, Levanzo), le Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi), le Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) che raggiungono il 49%, e dall’isola di Capraia che si attesta al 47%. Segno che si sta puntando su politiche territoriali capaci di coniugare sostenibilità ambientale, innovazione e attenzione per il territorio. In ritardo, invece, La Maddalena, con un indice pari al 21%, l’Isola d’Elba (26%) ed Ischia (29%).

Dalla differenziata alle perdite di rete – Rispetto alle singole tematiche che vanno a comporre l’indice di sostenibilità complessivo, emergono le diverse velocità delle isole. Da un lato si evidenziano le buone performance di raccolta differenziata delle isole di San Pietro e Sant’Antioco che hanno raggiunto rispettivamente l’84% e l’82% di raccolta differenziata, con un tasso pro-capite di rifiuto prodotto inferiore a 600 chilogrammi all’anno per abitante, seguite dalle isole Egadi (80% e rifiuti pro-capite prodotti inferiori a 750 chilogrammi per abitante) e Pantelleria (78%, 578 chilogrammi all’anno per abitante). Indietro nella raccolta differenziata Ponza, Lampedusa e il Giglio, che hanno rispettivamente una raccolta differenziata del 9%, 20% e 30%, con una produzione di rifiuti pro-capite di 835, 1.158 e 1.043 chilogrammi all’anno per abitante. Sul fronte delle perdite di rete le isole Tremiti fanno registrare il tasso più basso (9%), seguite da Lampedusa (17%), isola del Giglio (25%), Ischia e Procida (rispettivamente 26% e 27%). La dispersione idrica più alta si registra a Ponza (68%), Maddalena (62%), Sant’Antioco e l’Elba (58% e 54%), e San Pietro (52%). Sul lato della mobilità, il più basso tasso di motorizzazione spetta a Capri (31 auto ogni 100 abitanti), seguita da Procida (46), Ponza e Ventotene (entrambe con 51 auto ogni 100 abitanti). Indietro invece le isole Egadi e Pantelleria (rispettivamente 94 e 90 auto), Capraia e l’Elba (73 e 72), Salina (71). Il parco auto più nuovo spetta all’isola d’Elba e San Pietro con il 49% delle auto con classe emissiva pari o superiore all’Euro5. Le maggiori installazioni di fotovoltaico in termini assoluti si trovano ad Ischia, l’Elba, Sant’Antioco, San Pietro e alle Egadi che da sole rappresentano circa il 73% della potenza installata. Per quanto riguarda il consumo di suolo, i dati Ispra evidenziano un’accelerazione a una perdita di superficie agricola pari al 2,6%.

L’impatto della crisi climatica – Il rapporto contiene anche un approfondimento sugli impatti che la crisi climatica sta avendo sulle isole minori. Secondo l’Osservatorio CittàClima di Legambiente, dal 2010 al 22 maggio 2023, sulle isole minori si sono registrati 14 eventi climatici estremi di cui 5 allagamenti e alluvioni da piogge intense, tre danni da mareggiate, due frane da piogge intense e un caso ciascuno per danni da trombe d’aria, danni alle infrastrutture, siccità prolungata e danni da grandinate violente. Da sottolineare anche il costo in termini di vite umane: 14 le vittime, 12 legate alla tragedia di Casamicciola, a Ischia nel 2022, e due alla tromba d’aria di Pantelleria.

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