È iniziato oggi il percorso degli esami di maturità per gli studenti italiani dell’ultimo anno di superiori, ma non è così per tutti. L’ordinanza firmata l’8 giugno dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha infatti stabilito che per i circa 7mila studenti residenti nelle zone alluvionate dell’Emilia Romagna ci sarà solo un esame orale complessivo di tutte le prove. Si tratta di un provvedimento che coinvolgerà il 20% dei diplomandi previsti nella regione quest’anno, che sono in totale 35.405.

Non tutti gli studenti coinvolti hanno accolto positivamente questa ordinanza perché per molti di loro si traduce in un impedimento del tradizionale svolgimento della maturità, piuttosto che in un vero e proprio sostegno visto il momento di difficoltà che hanno vissuto alcune zone dell’Emilia. Ci sono infatti diversi comuni che rientrano a pieno nelle zone alluvionate ma che non hanno subito nessun tipo di danno. Gli studenti residenti in questi comuni, che non hanno perso nessun giorno di scuola e non hanno avuto nessuna interruzione forzata degli studi, non potranno comunque sostenere la maturità come gli altri studenti italiani.

Per questo motivo alcuni degli “studenti alluvionati” hanno deciso stamattina di trovarsi simbolicamente davanti ai loro licei per sostenere una protesta pacifica provando ad entrare comunque per sostenere la prima prova, il tema di italiano. Come riportato da Repubblica, davanti al Liceo Fermi si sono radunati questa mattina alcuni di loro: “Lasciateci scegliere. Perché molti di noi non hanno avuto la casa allagata, non hanno perso giorni di scuola”. “Abbiamo voluto fare un ultimo tentativo – racconta Caterina a Repubblica – chiedendo ai prof di farci entrare per sostenere il tema di italiano. Ma non c’è stato nulla da fare, speravamo si potesse quantomeno decidere se fare la prova o no, ma non c’è stata scelta”. La protesta si è concentrata anche sulle tempistiche con cui questa drastica decisione è stata comunicata. Molti studenti hanno infatti saputo solo due settimane fa che l’esame per cui hanno lavorato per tutto l’anno si sarebbe svolto in maniera del tutto diversa.

L’assessora regionale alla Scuola, Paola Salomoni, ha tenuto a precisare che la Regione Emilia-Romagna ha potuto fare ben poco in merito alla scelta del Ministero: “I contenuti della modalità di svolgimento della Maturità sono di competenze esclusiva del ministero e Valditara le ha utilizzate senza mai coinvolgere la Regione. La definizione dei territori, poi, è a macchia di leopardo. La Regione, dopo l’ordinanza, ha provato a esprimere osservazioni. Abbiamo provato a condividere l’ipotesi che fossero gli studenti a scegliere, ma per il ministro non era applicabile”.
Gli studenti in presidio hanno ricevuto anche la solidarietà di alcuni presidi. Roberto Fiorini, preside dell’istituto Mattei di San Lazzaro, ha fatto sentire la sua vicinanza ai circa 40 studenti esclusi nel suo istituto: “Sono dalla loro parte, ma non possiamo fare nulla. L’ordinanza rompe un equilibrio che neppure la pandemia era riuscita a fare. Qui si sono rotte le classi dall’interno, tra chi ritiene di avere avuto una diminuzione dei propri diritti e chi reputa di godere di un privilegio non meritato. Dove va a finire il privilegio? Dove il merito? Una stessa cultura attraversa e accomuna universi politici che si vorrebbero opposti. Nel nome del popolo suddito agli ordini della pubblica amministrazione”.
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