Totò Cuffaro con Matteo Renzi alle Europee? La proposta lanciata dall’ex presidente della Regione nei giorni scorsi ha ricevuto oggi il niet dei renziani. Un rifiuto che riguarda la collocazione sullo scacchiere europeo, dove i renziani si piazzano al fianco di Macron, lasciando cadere la proposta di Cuffaro di entrare in un’alleanza europea con il Ppe. Questa è la sintesi del botta e risposta tra l’ex governatore e Davide Faraone, console renziano in Sicilia. Succede in una giornata in cui Cuffaro, inebriato dal risultato delle comunali siciliane, avverte del possibile “allargamento della nostra famiglia”. Mentre si lancia in proiezioni avveniristiche: “Se saremo severi e puliti, tra quattro anni stravinceremo dappertutto”.

L’occasione è data da una riunione della Dc nella segreteria di Palermo per fare una valutazione sull’attività svolta dai consiglieri comunali dagli assessori democristiani entrati nella giunta di Roberto Lagalla che un anno fa vinse le elezioni: “Partendo dal nulla ma dalle idee e dai valori, siamo riusciti in due anni a creare una straordinaria comunità di persone. Siamo una grande famiglia di democristiani: un partito libero, aperto, plurale e democratico. Adesso dobbiamo stare ulteriormente attenti, perché potrebbe esserci un allargamento della nostra famiglia e allora dobbiamo essere severi e puliti, se lo saremo tra quattro anni stravinceremo dappertutto”.

Questo il bilancio di Cuffaro ad un anno da quando ritornato a fare politica è riuscito a fare eleggere suoi uomini nelle Nuova Dc. Da allora l’ex presidente della Regione Sicilia è stato anche del tutto riabilitato dal Tribunale di sorveglianza. Dopo cinque anni di carcere a Rebibbia dove ha scontato la condanna per favoreggiamento alla mafia, sull’ex presidente pendeva, infatti, ancora l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che gli impediva di candidarsi. Dallo scorso febbraio però l’interdizione non c’è: “Non mi ricandiderò più”, ha promesso lui. Dopo gli anni di carcere aveva detto però che non avrebbe più fatto politica e così non è stato. Già alle comunali dell’autunno del 2021 le candidature piazzate da Cuffaro avevano ottenuto un buon risultato in molti comuni della Sicilia. Da allora è stato in crescita costante, fino alle ultime amministrative. Così che adesso si lancia in proposte di apparentamento con Italia Viva, guardando alle Europee: “Un grande rilancio ideale e di unità per tutta la grande famiglia del Ppe. Ed è a nome di questa responsabilità e di questo ideale che voglio lanciare non solo un nuovo appello ai ‘liberi e forti’ ma un soprattutto un appello per una nuova presa di coscienza per far tornare protagonista col Ppe la stagione dei valori e della rappresentanza della politica come servizio”.

Una proposta che però riceve il rifiuto di Iv, che volta le spalle più che a Cuffaro, alla destra di Meloni: “La sua idea di abbracciare il Ppe in Europa va contro la nostra collocazione nel gruppo liberale Renew Europe che è l’ago della bilancia rispetto alla visione di un’Europa delle Nazioni cara a Giorgia Meloni che tenta di attrarre una parte del Ppe” e perché “comunque il progetto di Cuffaro è quello di un centro alleato stabilmente con la destra, che non ha nulla a che fare col moderatismo”, così risponde il deputato siciliano Faraone che in tempi non sospetti, ovvero nella fase di rilancio della attività politica, aveva offerto a Cuffaro una sponda presenziando assieme a lui alla presentazione del libro del deputato forzista Gianfranco Rotondi nel novembre del 2021. Il dialogo con il partito di Renzi parte dunque da lontano. Porte chiuse all’ex presidente mentre braccia spalancate per Cateno De Luca, con cui il corteggiamento va avanti da tempo: “Sì invece a un’eventuale accordo, per le prossime europee, con ‘Sud chiama Nord’ di Cateno De Luca – continua Faraone – e con quei partiti che non condividono il progetto di autonomia differenziata di Calderoli appoggiato da Renato Schifani e che condividono con noi l’idea che c’è uno spazio di centro autonomo dai due poli sempre più spostati a destra e a sinistra”.

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