“In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic“. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in quello che appare un riferimento velenoso alla decisione della segretaria del Partito democratico Elly Schlein di rimuovere dal ruolo di vicecapogruppo alla Camera suo figlio Piero. Interpretazione avvalorata dalla risposta che il governatore ha dato ai cronisti a margine della presentazione del festival su Massimo Troisi: “Se inviterei Schlein? In questa stanza sono vietate le brutte parole“.

Nello “spoils system” dell’ufficio di presidenza De Luca junior è stato declassato al ruolo di segretario del gruppo, seppur con deleghe pesanti: Pnrr, riforme e sicurezza. E ai due De Luca arriva anche la solidarietà di un terzo De Luca (non parente): Cateno, neo-eletto sindaco di Taormina e leader di “Sud chiama Nord”. “La logica del Pd: punire chi ha consenso sul territorio. Follia”, attacca. Tra i quattro nuovi vicepresidenti c’è invece Paolo Ciani, segretario del movimento cattolico Demos, l’unico eletto nelle liste del Pd a votare – lo scorso gennaio – contro il decreto Ucraina che prorogava l’autorizzazione l’invio di armi fino alla fine del 2023. Schlein ha sempre ribadito il pieno sostegno a Kiev ma nel confronto interno il tema resta spinoso, come ha dimostrato il tribolato voto al Parlamento europeo sull’uso dei fondi del Pnrr per l’acquisto di nuove munizioni, su cui il gruppo dem si è spaccato. “Credo che un grande partito come il Pd una linea politica chiara, non ambigua o equivoca, sulle grandi questioni di attualità. Ma forse ad alcuni di rafforzare il partito interessa davvero poco”, ha attaccato ieri Piero De Luca in un post su Facebook.

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