Una multa da 2,4 milioni di euro per non essere riuscita a garantire la lavorazione e la puntualità del 100% degli ordini on-line, nonché delle procedure di rimborso e reso, e una gestione inefficiente dei servizi di assistenza alla clientela. È la sanzione stabilita dal Tar del Lazio a carico di Leroy Merlin Italia, un importo ridotto del 20% rispetto ai 3 milioni di euro fissati in precedenza dall’Antitrust. I disagi contestati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) sono avvenuti nel periodo marzo-dicembre 2020 e, in particolare, nei trimestri marzo-maggio e ottobre-dicembre 2020, in corrispondenza con i primi due picchi della diffusione del Covid-19. Le due pratiche commerciali sarebbero consistite nell’asserita scorrettezza delle informazioni sulle caratteristiche dell’offerta e del processo di vendita online, e delle modalità illecite di gestione della fase successiva all’acquisto online.

Quanto alla prima pratica, secondo il Tar “correttamente l’Agcm ha ritenuto ingannevole l’acquisizione degli ordini online oltre l’effettiva disponibilità nel magazzino dei prodotti offerti in vendita, con il rischio di non riuscire a dare esecuzione al contratto anche in ragione del possibile inadempimento di terzi, in evidente violazione dei principi generali di correttezza e di buona fede nel settore dell’e-commerce“. Quanto alla seconda pratica commerciale contestata e sanzionata, secondo i giudici “sono emerse gravi carenze informative da parte del professionista che hanno riguardato, nella fase successiva all’acquisto online, anche lo stato degli ordini online ed il tracking delle spedizioni, fino al momento dell’effettiva consegna”.

In tema di sanzioni, infine, il Tar ha comunque ritenuto che entrambe le multe “vadano ridotte del 20% rispetto alla misura stabilita dall’Agcm“. L’effetto è che il ricorso è stato dichiarato “infondato per quanto concerne l’accertamento delle pratiche commerciali scorrette”, e “in parte accolto in relazione al quantum sanzionatorio e, per l’effetto, le sanzioni comminate alla ricorrente vanno rideterminate in euro 1.600,000 per la pratica A), ed euro 800mila per la pratica B), per un importo totale di euro 2,4 milioni di euro”.

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