Un presunto pedofilo e una banda di ragazzi, capeggiata da un ragazzo disabile, che vuole punirlo. Ha i tratti di una fiction, ma è una storia di cronaca nera quella avvenuta nel Trevigiano e riportata dal Messaggero. Un giovane di 20 anni, affetto dalla sindrome di Crouzondi, e altri due ragazzi, tra cui un minorenne, sono accusati di aver ha sequestrato e seviziato un 50enne all’interno di un casolare in costruzione a Vedelago in provincia di Treviso. Forse non un episodio isolato perché nel cellulare del 20enne sono stati trovati contatti di omosessuali. L’uomo è stato trovato dai carabinieri a terra, imbavagliato con un nastro adesivo e stordito con un taser. I militari dell’Arma erano interventi perché si ipotizza che il casolare servisse per lo spaccio di droga. L’uomo sarebbe stato pestato, minacciato con due coltelli e rapinato di bancomat e delle chiavi dell’auto.

Stando agli inquirenti, guidati dalla pm Barbara Sabbatini. la missione del gruppo era di punire chi proponesse di avere rapporti sessuali con ragazzi minorenni. Un’idea, stando a quanto riportato dal quotidiano, che al 20enne sarebbe venuta guardando una serie televisiva. La vittima ha spiegato di aver parlato un paio di volte con il ragazzo online per raggiungere un accordo per un appuntamento. “Non sapevo che fossero minorenni” ha dichiarato il 50enne ha sostenuto. Al 20enne vengono contestati i reati di sequestro di persona, rapina aggravata e lesioni personali. Nei confronti del minorenne procede la competente procura. L’avvocata Elisa Breton, che difende il 20enne, è intenzionata a far effettuare una perizia psichiatrica. Con l’obiettivo di far emergere una sofferenza mentale che sarebbe all’origine dei suoi comportamenti. La sindrome di Creuzon è una malattia di origine genetica, comporta anomalie della forma del cranio, della faccia e degli occhi. La malattia colpisce un neonato su 50.000-60.000. Gli investigatori dei carabinieri proseguono per individuare altre possibili vittime.

Articolo Precedente

Barbara Capovani, morta la psichiatra: donati gli organi. Per il presunto aggressore l’accusa ora è di omicidio premeditato

next
Articolo Successivo

“Ho aperto la cassaforte, ma più soldi davo e più mi colpivano”, il racconto dell’avvocato rapinato in casa

next