Nel nostro Paese, a partire da gennaio, si sta registrando un aumento di casi di scarlattina, soprattutto nei bambini di età inferiore a 15 anni. Il fenomeno è legato all’infezione da streptococco di gruppo A (GAS). Secondo una circolare diramata dal Ministero della Salute, “Lo streptococco di gruppo A (GAS) è considerato la causa più comune di faringotonsillite batterica nei bambini in età scolare, ma può colpire anche bambini più piccoli. L’incidenza della faringotonsillite da GAS, in Europa, raggiunge di solito un picco nei mesi invernali e all’inizio della primavera e vengono spesso segnalati focolai negli asili e nelle scuole”. L’aumento dei casi che è stato osservato può rappresentare un inizio anticipato della stagione delle infezioni da GAS, ma anche il risultato della ripresa delle attività sociali della popolazione dopo che, durante la pandemia COVID-19, c’era stata una ridotta circolazione di GAS.

Casi di infezione grave
In rari casi i batteri GAS possono causare un’infezione grave nota come “malattia invasiva da GAS (iGAS) che può manifestarsi con batteriemia, polmonite, infezione dei tessuti molli e delle ossa (cellulite, osteomielite, fascite necrotizzante), sindrome da shock tossico streptococcico, febbre reumatica e glomerulonefrite post-streptococcica”, ricorda ancora il Ministero. I fattori di rischio possono essere “un aumento della circolazione di virus respiratori e possibili co-infezioni virali”.
A livello europeo i gruppi di età più colpiti sono i bambini di età inferiore ai 10 anni – in particolare bambini reduci da infezioni virali come la varicella o l’influenza sono considerati a maggior rischio di sviluppare un’infezione da iGAS – e le persone di età superiore ai 65 anni -; mentre un gruppo di popolazione considerata particolarmente vulnerabile sono i residenti di strutture a lunga degenza. Nel corso del 2022, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord hanno osservato un aumento dei casi di malattia invasiva da streptococco di gruppo A (iGAS) e in alcuni casi anche di scarlattina. L’incremento è stato particolarmente marcato nel corso della seconda meta dell’anno. Alcuni Paesi dell’UE hanno segnalato un aumento dei casi di iGAS rispetto alla stagione precedente, ma con un’incidenza inferiore rispetto a prima della pandemia. L’OMS e l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) rassicurano sul pericolo di IGAS, considerando basso il rischio per la popolazione generale. I dati inoltre suggeriscono che questo incremento non sia legato a un nuovo ceppo specifico o a un aumento della resistenza agli antibiotici.

Individuare i casi di iGAS in anticipo
È comunque bene adottare alcune strategie di contenimento dell’infezione, per cui l’OMS incoraggia i Paesi che hanno segnalato un aumento dei casi di iGAS a intensificare le attività di sorveglianza. In termini pratici è “importante che le infezioni correlate a GAS, quali faringotonsilliti e scarlattina, siano identificate e trattate tempestivamente con antibiotici per ridurre il rischio di potenziali complicanze, come iGAS, e ridurre la trasmissione successiva. È un lavoro di rete che vede coinvolti i medici di medicina generale (MMG), i pediatri di libera scelta (PLS), i medici specialisti ospedalieri e territoriali che devono sospettare clinicamente un’infezione da GAS quando valutano i pazienti che presentano sintomi compatibili con questo tipo di infezione, in particolare coloro che hanno subito una precedente infezione virale (compresa la varicella e l’influenza stagionale) e i contatti stretti dei pazienti con scarlattina o iGAS. Il Ministero segnala che “tutti i pazienti con sintomi potenzialmente riconducibili a GAS e iGAS dovrebbero essere tempestivamente identificati e sottoposti a test diagnostico. Le Regioni inoltre sono invitate a segnalare i casi di scarlattina al Ministero della salute, così come i casi di iGAS”. Senza dimenticare che le principali misure di protezione restano “un’adeguata igiene delle mani e delle vie respiratorie e un’adeguata areazione degli ambienti interni”.

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