Un intero quadrimestre senza voti, solo brevi giudizi testuali sui compiti degli studenti. È la trovata dell’istituto superiore Giordano Bruno-Franchetti di Mestre per porre un rimedio alle frequenti crisi d’ansia dei ragazzi: onde evitare momenti spiacevoli a seguito o durante una verifica, i professori di tre classi riconsegneranno i compiti corretti con un commento scritto, non più un voto numerico. In molte aule d’Italia lo scenario ormai è tipico: spesso gli alunni reagiscono con pianti e atti isterici in caso di cattiva valutazione dopo un compito scritto o finiscono nel panico durante le interrogazioni orali. Per porre un freno a questa triste abitudine, i vertici del Bruno-Franchetti, di comune accordo con i genitori e il consiglio di classe, hanno fatto partire una sperimentazione: basta numeri, al loro posto dei suggerimenti per migliorare. “Di base va chiarita una cosa – spiega la preside Michela Michieletto – tra i ragazzi c’è un problema d’ansia importante che è sempre più evidente. Stiamo cercando di trovare soluzioni. Non possiamo rimanere sordi al loro disagio”. Un problema che si è acuito notevolmente con il ritorno della didattica in presenza dopo mesi di pandemia e lezioni da remoto.

Come funzionerà? Sulla falsariga di quanto avviene alle elementari, da cui i “vecchi” voti sono scomparsi, i docenti restituiranno i compiti corretti con una dicitura: “Risultati raggiunti” scritto in verde in caso di esito positivo, mentre se la verifica è andata male comparirà “Preparazione da migliorare” in rosso, accompagnata da alcune brevi spiegazioni per inquadrare gli errori. “Abbiamo scelto alcuni contesti particolari – conclude la dirigente scolastica – una classe allo scientifico è già partita, un’altra partirà sempre allo scientifico e forse una al classico”. Al termine del quadrimestre il voto in cifra comparirà nuovamente in pagella. Le reazioni. Il liceo veneziano è tra i primi a provare questa iniziativa: alcuni docenti, secondo quanto si apprende dal Corriere Veneto, avrebbero già notato dei miglioramenti nell’umore dei giovani. Il caso ha avuto un’eco nazionale e molti presidi si sarebbero divisi tra favorevoli e contrari all’iniziativa.

Diverse le posizioni in Fratelli d’Italia. Sulla vicenda è intervenuta l’assessore all’istruzione della regione Elena Donazzan, volto chiave di FdI nel Veneto, che ha ricordato quanto il tema sia delicato, con un esempio del territorio. “In uno studio commissionato su un campione significativo del Vicentino – si legge sul quotidiano locale – si chiarisce come i ragazzi elenchino come primo sentimento per la scuola l’angoscia”. Questo porta alla dispersione scolastica: “Non può essere sottovalutato”. Scettica sulla proposta del Bruno-Franchetti Paola Frassinetti, sottosegretaria all’istruzione e deputata (oltre che responsabile istruzione) del partito di Giorgia Meloni. “La scuola non deve spingere verso una competizione esasperata – dice allo stesso giornale – ma non può eludere il voto e il compito stesso della scuola che è valutare le capacità nell’apprendimento. Se la scuola smette di valutarli perde la sua funzione”. L’istituto nel 2021 e 2022 si è classificato al primo posto nella provincia di Venezia della graduatoria Eduscopio per la Fondazione Agnelli, primeggiando nella sezione dei licei classico e scientifico. Si è anche attestato nelle prime posizioni in tutto il Veneto per la preparazione fornita. Chissà se questa nuova mossa permetterà loro di mantenere risultati simili. E di aiutare i ragazzi più ansiosi.

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