La Corte d’Appello di Milano ha confermato il proscioglimento “perché il fatto non sussiste” per Maria Josè Falcicchia, l’ex dirigente dell’Upg, ossia della sezione Volanti della Questura di Milano, che era finita imputata per un presunto peculato di 4mila euro. Già il 31 maggio dello scorso anno il gup Roberto Crepaldi aveva rigettato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto pg Massimo Gaballo, che aveva avocato l’inchiesta togliendola alla Procura e che poi ha anche presentato ricorso in appello. Oggi la conferma da parte dei giudici della seconda penale d’appello (presidente del collegio Boselli).

“Finalmente una parola fine ad una vicenda che non avrebbe dovuto mai finire in tribunale – ha spiegato il legale di Falcicchia, l’avvocato Domenico Aiello -. La Corte d’appello ha confermato il non luogo a procedere e riabilitato la reputazione di una Dirigente integerrima della polizia di Stato. Ben sei diversi magistrati hanno oggi confermato la inesistenza di ogni rilevo penale nella condotta contestata alla Dirigente. Non comprendo – ha aggiunto – e dopo anni di professione continuo a sorprendermi, come mai in un contesto di delinquenza e illegalità diffusa, ci sia stata tanta perseveranza e impiego di risorse della Procura generale nel perseguire una ipotesi così fantasiosa, illogica e infamante. Purtroppo come sempre accade – ha concluso il legale – anche in questo caso l’accusa ostinata, ingiusta e infondata ha prodotto danni irreversibili”. Falcicchia era stata indagata nell’ambito di una indagine più ampia nella quale erano state contestate presunte irregolarità nella gestione, tra il 2014 e il 2017, di oltre 40 mila euro provenienti da donazioni in favore della Questura milanese. Un caso per cui in gran parte, però, c’è stata archiviazione, mentre per l’ultimo filone è arrivato il proscioglimento.

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