Per essere assegnata a nuove mansioni, compatibili con la sclerosi multipla, sono serviti tre anni di battaglia. Nel mezzo Francesca, cagliaritana di 39 anni affetta dalla patologia che colpisce il sistema nervoso centrale, ha dovuto affrontare lo stress di lunghi periodi di malattia forzati, seguiti dal licenziamento.

UN 8 MARZO DA INCORNICIARE – “Ma ora mi sento rinata e l’8 marzo di quest’anno resterà per sempre impresso nella mia mente: sono stata reintegrata nell’impresa di servizi, mensa e pulizie a scuola, proprio in occasione della giornata della donna”, racconta la giovane che nelle scorse settimane aveva raccontato al fattoquotidiano.it la sua storia di discriminazione. Una delle tante, purtroppo, nei confronti di chi, come lei, si è trovata messa all’angolo a causa di una malattia che vede proprio la Sardegna in testa alla poco lusinghiera classifica nazionale: 7mila pazienti, circa 400 casi ogni 100mila abitanti contro una media che si ferma a 200. “Ho ripreso a lavorare da pochi giorni, in un ufficio, ma il mio compagno mi ha detto che anche il mio volto ha un’espressione più serena. Era quello che volevo: lavorare e per questo sono contenta che l’azienda abbia recepito le mie istanze”.

LA LUNGA BATTAGLIA DI AISM Certo, avrebbe dovuto essere così da subito. Invece c’è voluto tutto l’impegno della sede Aism di Cagliari che le ha dato il supporto morale e l’assistenza legale attraverso le avvocate dell’associazione (Giulia Demuro e Debora Amaruggi) che si trova spesso ad affrontare casi di discriminazione. Il calvario di Francesca è iniziato nel 2019, quando dopo una lunga serie di visite e accertamenti, è riuscita a dare un nome agli strani disturbi che le facevano compagnia da tempo: camminata claudicante, stanchezza, difficoltà a reggere in mano gli oggetti. Appena ricevuta la diagnosi aveva ritenuto giusto comunicarlo ai responsabili, anche perché i colleghi si erano accorti dei sintomi ormai diventati visibili. Ma la reazione non è stata quella che lei si aspettava: neppure un briciolo di empatia di fronte alla sua drammatica confessione, solo un muro di fronte alla richiesta di mansioni compatibili alla condizione. Francesca ha così iniziato la malattia, interrotta dal periodo di cassa integrazione Covid. Poi ancora malattia, interrotta due settimane prima di raggiungere il limite massimo consentito.

DOPPIA DISPARITA’ – Ma nel novembre scorso è arrivato il licenziamento, impugnato dalle avvocate dell’Aism. A gennaio di quest’anno la questione è stata presa in mano anche dalla consigliera di parità della Regione Sardegna, Maria Tiziana Putzolu, che ha avviato l’iter per trovare soluzioni alternative al licenziamento, ravvisando una possibile doppia discriminazione visto che la malattia colpisce prevalentemente le donne. La consigliera di parità dà atto – in una nota – di avere registrato “un atteggiamento assolutamente collaborativo da parte dell’azienda, orientato al superamento del problema”. Ma la stessa evidenzia un aspetto drammatico che riguarda le donne affette da sclerosi multipla: “Questo non è il primo caso che mi viene segnalato, e posso dire che le donne affette da sclerosi multipla sono sotto attacco sul posto di lavoro in tutta Italia. Aver raggiunto questo risultato e in così breve tempo ci fa ben sperare per le altre donne”.

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