Un nuovo e misterioso attentato, questa volta senza successo, colpisce un altro uomo vicino a Vladimir Putin dopo l’uccisione di Darya Dugina, la figlia del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin. I servizi di sicurezza di Mosca (Fsb) hanno infatti sventato un agguato nei confronti di Konstantin Malofeev, editore della rete tv Tsargrad per cui lavorava la commentatrice uccisa da un agente ucraino nell’agosto scorso e grande sostenitore del leader del Cremlino.

L’oligarca ultraortodosso ha risposto dicendo che queste intimidazioni non lo fermeranno e che continuerà a sostenere le sue “idee patriottiche”: “Spero che chi ha organizzato l’assassinio di Dugina sarà scoperto e arrestato”, ha aggiunto il 48enne, inserito nell’elenco delle persone colpite da sanzioni dell’Unione europea sin dal 2014 per il suo ruolo in sostegno dei separatisti russi del Donbass.

L’intelligence russa, come nel caso di Dugina, affibbia la responsabilità dell’attentato ai gruppi legati a Kiev. E anche la strategia usata risulta essere la stessa dell’attentato alla figlia dell’ideologo ultranazionalista: con dell’esplosivo che è stato sistemato sull’auto dell’oligarca. Gli esecutori materiali, secondo quanto affermano le autorità russe, sono legati al 39enne russo Denis Kapustin, a capo del Corpo dei volontari russi, una formazione neonazista composta da cittadini russi di stanza in Ucraina, alcuni dei quali integrati anche nel Battaglione Azov e contro cui è stato aperto un procedimento giudiziario. Gli stessi che qualche giorno fa hanno condotto un blitz nel villaggio russo di Sushany, nella regione russa di Bryansk, uccidendo due persone, ferendo un bambino e sequestrandone altre quattro. Ria Novosti ha anche pubblicato un video dell’Fsb che mostra i presunti esecutori dell’attentato che sistemano l’esplosivo sotto l’auto e la sua successiva rimozione con un robot.

Un episodio che ha permesso a Mosca di tornare ad attaccare la coalizione Nato-Ue a sostegno dell’Ucraina, accusandola di doppiopesismo e di non fare abbastanza per frenare questo tipo di offensive in territorio russo. Se i Paesi occidentali rimarranno in silenzio davanti all’attentato sventato a Konstantin Malofeev, “significherà il loro tacito coinvolgimento nel sostenere tali crimini”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. “Il silenzio dei regimi occidentali, solitamente iperattivi in ogni occasione di oppressione dei giornalisti, in relazione all’attentato alla vita di Malofeev, significherà il loro tacito coinvolgimento nel sostenere tali crimini, nonché il patrocinio ideologico alle azioni estremiste dei banditi di Kiev”, si legge.

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