Una denuncia per diffamazione presentata dal sottosegretario al ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon, ha fatto scattare la visita dei carabinieri alla redazioni del quotidiano Domani per sequestrare un articolo (che era comunque presente online) riguardante la condanna di Simone Di Marcantonio, ex dirigente del sindacato Ugl. Un’azione che il cdr della testata guidata da Stefano Feltri ha deciso di denunciare in quanto “irrituale” e ultimo esempio di “un clima inaccettabile nei confronti dei media liberi e di questa testata”.

Il riferimento dei giornalisti di Domani è al precedente del novembre scorso, quando era stata una denuncia di un anno prima della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a portare al rinvio a giudizio per il direttore del giornale con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa. “Ormai è evidente su scala europea l’utilizzo delle querele a scopo di intimidazione della libera stampa – scrivono – A livello internazionale le querele bavaglio hanno anche un nome, ‘slapp‘, sberle. Ma è anche chiaro che siamo di fronte a una eccezione italiana, per l’uso abusivo del potere allo scopo di condizionare la libertà di informazione. Questa redazione vuole mettere in allerta l’opinione pubblica sugli attacchi alla stampa e anche confermare il patto di fiducia con i propri lettori: i giornalisti di Domani non si fanno intimidire”.

La vicenda risale a novembre, quando è stato pubblicato l’articolo ‘incriminato’, ma la denuncia del sottosegretario è stata resa nota solo pochi giorni fa. Il pezzo riguarda la condanna di Simone Di Marcantonio per estorsione, un dirigente del sindacato Ugl quando Durigon era vicesegretario. Fu proprio il politico del Carroccio, scrive Domani, a portare Di Marcantonio nell’organizzazione sindacale. Ma ciò che ha fatto scattare la querela da parte del leghista è stato uno degli ultimi articoli pubblicati dalla testata nel quale si diceva che Di Marcantonio è stato processato insieme a personaggi affiliati al famigerato clan Di Silvio di Latina. Una denuncia arrivata senza nemmeno presentare l’articolo ritenuto diffamatorio, tanto da portare i Carabinieri a presentare un provvedimento di sequestro alla redazione del quotidiano.

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