Gli Emirati Arabi Uniti, settimi produttori di petrolio al mondo, hanno smentito l’intenzione di voler uscire dall’Opec, l’organizzazione che riunisci buona parte dei principali paesi produttori al mondo. La precisazione arriva dopo che il quotidiano statunitense Wall Street Journal ha scritto di discussioni in corso sulla possibilità di lasciare il catello dei produttori. Creata nel 1960, l’Opec conta oggi 13 membri, guidati dall’Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo. Ne fanno poi parte Algeria, Angola, Congo, Guinea, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Venezuela e, appunto Emirati arabi. Oltre ad Arabia ed Emirati anche Iran, Iraq e Kuwait fanno parte dei primi 10 produttori al mondo. Le riserve più estese si trovano invece in Venezuela, Arabia Saudita ed Iran. Gli Emirati Arabi producono 3,5 milioni di barili al giorno (su un consumo globale di circa 100 milioni) e hanno riserve per 111 miliardi di barili. L’ipotetica uscita dal cartello avrebbe causato all’Opec un duro colpo. Dopo la diffusione dell’indiscrezione il petrolio ha perso rapidamente l’1,6% del suo valore salvo poi recuperare pienamente dopo la smentita. Dai paesi Opec arriva circa il 40% del petrolio consumato nel mondo e il 16% del gas. Gli altri due pesi massimi esterni al cartello sono Stati Uniti e Russia. La seconda partecipa alle riunioni dell’Opec quando riunito nella formula Opec +.

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