Alfredo Cospito, l’anarchico che ha iniziato oltre mesi fa lo sciopero della fame per protestare contro il 41 bis, è ancora ricoverato all’ospedale San Paolo, dopo essere stato trasferito dal carcere milanese di Opera, e vi rimarrà ancora per un po’ di tempo. Secondo l’agenzia LaPresse, l’uomo non solo ha iniziato a riprendere gli integratori ma sta anche mangiando yogurt e biscotti perché vuole arrivare “lucido” all’udienza della Cassazione prevista il 24 febbraio e più volte anticipata per permettere una decisione il più presto possibile. Cospito non vi parteciperà ma è diventata un punto cruciale della vicenda in seguito alla richiesta del procuratore generale di rivalutare, con una nuova richiesta al tribunale della Sorveglianza, se esistano i presupposti per applicare il regime del 41bis.

L’anarchico è stato condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare ed è in attesa della definizione del giudizio per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano per la quale è accusato del reato di strage politica. A Torino è in corso l’appello bis. Per questa vicenda Cospito era stato condannato in appello a 20 anni di carcere, mentre la compagna Anna Beniamino a 16, per strage comune. Lo scorso maggio la Corte di Cassazione, su richiesta del procuratore generale, ha chiesto però di riformulare la condanna ritenendo che il reato fosse di strage politica, applicando quindi l’articolo 285 del codice penale, che prevede l’ergastolo e rientra – a differenza della strage comune – tra i reati “ostativi”, quelli per i quali insomma il condannato non possa ottenere benefici o pene alternative. Tornati in secondo grado, l’accusa ha quindi chiesto l’ergastolo per Cospito e 27 anni e 1 mese per Beniamino. La Corte d’appello di Torino, a cui spetta riformulare la pena, a dicembre ha chiesto l’intervento della Corte costituzionale per chiarire se sia possibile applicare l’attenuante della “tenuità del fatto” per l’attentato alla Scuola allievi, come richiesto dalla difesa.

Per raggiungere il suo scopo, ossia la revoca del carcere duro, può contare sul parere favorevole del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha suggerito di trasferirlo in regime di Alta Sicurezza chiedendo “all’autorità politica” di valutare “l’eventuale idoneità” di quella misura a “contenere l’indubbia carica di pericolosità sociale del detenuto”. Per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, Cospito resta pericoloso e lo confermerebbero il “moltiplicarsi” delle azioni intimidatorie della galassia anarchico-insurrezionalista” che lui è ancora in grado di “orientare”. Il Guardasigilli ha quindi ribadito nei giorni scorsi di non avee nessun ripensamento sulla scelta che ha compiuto il 9 febbraio scorso di respingere la richiesta dell’anarchico di revocargli il 41 bis. E lo conferma senza esitazioni alla Camera anche dopo che la procura generale della Cassazione ha chiesto alla Corte, in vista della pronuncia del 24, di annullare con rinvio l’ordinanza con la quale il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato il carcere duro per Cospito. “Ho letto che avrei emanato il rigetto, disattendo il parere del Procuratore generale. Ma di questo atto non ne abbiamo avuto conoscenza” assicura Nordio che invece sottolinea la convergenza con la procura nazionale antimafia nel ritenere non fondate le ragioni per la revoca del 41 bis indicate come novità dalla difesa di Cospito.

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