Il giudice per le indagini preliminari di Trieste, Luigi Dainotti, ha fissato per il prossimo 13 marzo l’udienza con cui affiderà a un esperto l’analisi del Dna sui reperti del famigerato Unabomber, il misterioso individuo che dal 1994 al 2006 ha disseminato il Nordest di ordigni esplosivi. In questo modo sono diventati di pubblico dominio i nomi di tutti gli undici indagati, che potranno farsi assistere da un avvocato e da un proprio consulente, per controllare la regolarità degli accertamenti scientifici. Si tratta di due personaggi già noti, i fratelli Elvo e Galliano Zornitta, il primo dei quali è stato a lungo il principale sospettato, anche se poi è stato scagionato. C’è poi un nome nuovo, entrato a sorpresa e solo negli ultimi due mesi nell’inchiesta, un cagliaritano che vive in provincia di Treviso. Gli altri sono praticamente degli sconosciuti, sottoposti ad accertamenti investigativi di Polizia e carabinieri senza che fossero trovai elementi indizianti a loro carico. Essendo però entrati nel cono di luce dell’inchiesta, i magistrati triestini che hanno riaperto i fascicoli non potevano non convocarli, per evitare che eventuali coincidenze del Dna con le tracce lasciate sui reperti siano successivamente contestate. Si spera che le nuove tecniche di indagine sulle tracce genetiche possano consentire una lettura dei reperti impensabile una ventina di anni fa.

Il nuovo indagato si chiama Luigi Pilloni. Operaio di origini cagliaritane, ha 61 anni e vive a Gaiarine, in provincia di Treviso. È il protagonista del capitolo più nuovo, essendo stato segnalato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso solo il 26 dicembre 2022. I militi gli hanno perquisito l’abitazione e verificato che non ha mai avuto alcun contatto con Elvo Zornitta, l’ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone). È questo il filone più coperto dal riserbo. Lo stesso procuratore di Trieste Antonio De Nicolo ha già affermato: “La Procura ha dovuto iscrivere nel registro degli indagati una persona sulla base di una fonte dichiarativa la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”. Qualcuno ha fatto il nome di Pilloni, collegandolo a Unabomber. Oltre a Pilloni e i fratelli Zornitta (Galliano fu considerato solo in una prima fase), ecco gli altri indagati: i gemelli Lorenzo e Luigi Benedetti, 52 anni di Sacile; i fratelli Claudio e Dario Bulocchi di 70 e 60 anni di Fontanafredda (Pordenone); Luigi Favretto, 74 anni, di Tarcento (Udine); Angelo La Sala, 74 anni che vive a Lestans di Sequals (Pordenone); Cristiano Martelli, 59 anni, abitante ad Azzano Decimo (Pordenone); Giovanni Fausto Muccin, 65 anni, di Casarsa della Delizia (Pordenone).

Nell’elenco dei 28 attentati (che causarono numerosi feriti) c’è un nuovo episodio: una bottiglietta di Coca Cola con esplosivo che venne trovata da un cacciatore il 28 ottobre 2007 a Zoppola (Pordenone). I reati ipotizzati sono di attentati per finalità terroristiche o di strage, con l’aggravante dell’associazione con finalità di terrorismo. L’incidente probatorio servirà per estrarre le tracce biologiche da una decina di reperti recuperati sui luoghi di cinque attentati allo scopo di confrontarli con i profili genetici degli undici indagati e con quelli delle persone inserite nella banca dati Dna. Si tratta dei peli trovati in un ordigno inesploso trovato il 6 marzo 2000 e inserito in una bomboletta di stelle filanti durante il Carnevale di San Vito al Tagliamento. Poi ci sono i peli dell’uovo-bomba inesploso lasciato in un supermercato di Portogruaro il 31 ottobre 2000. Inoltre, i peli trovati su un tubo-bomba che nel novembre 2000 ferì una donna in una vigna a San Stino di Livenza. C’è anche il nastro isolante su una confezione di pomodoro esplosa in mano a Nadia De Ros il 6 novembre 2000. Infine, il nastro isolante usato per imbottire di esplosivo un tubetto di maionese trovato in un supermarket a Roveredo in Piano nel novembre 2000. Impronte da analizzare sarebbero state trovate anche in una bomba esplosa nel bagno del Tribunale di Pordenone nel 2003, in un inginocchiatoio di una chiesa, su una scatoletta di sgombro inviata a un convento di suore in Romania, nella bomba piazzata sotto la sella della bici di una donna nel 2005 a Portogruaro.

Il gip scrive: “Sarà necessario acquisire i profili genetici di Luigi Benedetti, Claudio Bullocchi, Angelo La Sala, Cristiano Martelli, Giovanni Fausto Muccin, Luigi Pilloni e Galliano Zornitta”. Il Dna degli altri era già a disposizione del Ris di Parma. Poi aggiunge, prudenzialmente: “Va chiarito che al momento non sono stati acquisiti a carico di alcuno dei soggetti sottoposti a indagine elementi più significativi e che la loro menzione in questa sede deriva soltanto dall’esigenza di evitare possibili future prospettazioni di nullità o inutilizzabilità dei risultati dell’incidente probatorio richiesto”. I periti saranno la professoressa Elena Pilli dell’Università di Firenze e il colonnello Giampietro Lago, comandante del R.I.S. di Parma. Il procuratore De Nicolo spiega: “Nel corso dell’udienza è ragionevole attendersi che i periti chiedano un congruo termine per lo svolgimento dell’incarico, termine che normalmente viene stabilito in 60 o in 90 giorni. Alla conclusione i periti depositeranno il loro elaborato, nel quale verrà data risposta ai quesiti formulati dal giudice”. Le indagini erano state riaperte lo scorso novembre.

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