Minacce, estorsioni e aggressioni fisiche, tra cui una testata sul naso che gli è costata 30 giorni di prognosi. Sono alcuni degli episodi di bullismo subiti da un giovane di 14 anni per i quali, l’8 febbraio, è stato arrestato un 16enne di Pescara. Gli agenti della squadra mobile hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal gip su richiesta della Procura dei minorenni dell’Aquila. Sul bullo pendono gravi indizi di colpevolezza per i reati di tentata estorsione pluriaggravata e lesioni. Le violenze ai danni del 14enne sono state anche riprese da un video e diffuse sui social.

Secondo quanto ricostruito, il sedicenne ricopriva una posizione di supremazia nella comunità giovanile: si imponeva come figura in grado di dirimere liti, comminare ed eseguire sanzioni corporali, traendone addirittura profitto con la pretesa di ricevere pagamenti di denaro. Comportamenti che, hanno spiegato gli inquirenti, hanno coinvolto anche il 14enne: il bullo ha perquisito la sua vittima per capire se aveva con sé del denaro. Poi lo ha minacciato, intimandogli di consegnargli 20 euro il giorno successivo. Dall’attività d’indagine è emerso che l’indagato aveva già minacciato la vittima in passato attraverso alcuni messaggi: nella chat gli intimava di scusarsi con altri loro conoscenti che ritenevano di essere stati insultati.

Così i due si sono incontrati in un noto locale pubblico del capoluogo adriatico, frequentato dai giovani. Qui il 16enne ha separato la sua vittima dal gruppo di amici con cui era e la ha aggredita, insieme a un conoscente maggiorenne. Al culmine, la testata sul naso: una lesione giudicata guaribile in 30 giorni. Durante questo episodio, riportano gli inquirenti, altri ragazzi hanno filmato le violenze e diffuso il video sul web. La condivisione online della immagine dell’aggressione è da ricondurre, secondo le forze dell’ordine, alla volontà degli appartenenti al gruppo di spalleggiare il loro capo e di consolidare la sua posizione di supremazia attraverso la “rappresentazione degli atti di esercizio di potere“. Un comportamento che non sembra essere stato episodico dunque, ma frutto di dinamiche di violenza giovanile ripetuta da parte del branco e del suo leader.

Desta allarme la frequenza con cui in città si ripetono episodi di bullismo. È del 6 febbraio il provvedimento di ammonimento emesso dal questore di Pescara, Luigi Liguori, nei confronti di quattro studenti minorenni che hanno aspettato al varco un coetaneo per intimargli di chiedere scusa per una presunta offesa rivolta a una ragazza del gruppo. La discussione è degenerata, il ragazzo è stato strattonato ed è finito in un video diffuso su alcuni social. Accompagnato dalla madre il ragazzo si è allora rivolto alla polizia e ha denunciato il fatto. “Il provvedimento emesso ha natura amministrativa e ha l’obiettivo di rieducare e preventivo – aveva spiegato nell’occasione il primo dirigente della Questura Gennaro Capasso – Il minore deve rendersi conto della gravità del gesto e il provvedimento deve servire per far rielaborare al ragazzo i suoi comportamenti. Anche la scuola deve svolgere un ruolo di rieducazione così come ovviamente la famiglia. Il provvedimento deve avere una finalità ribadisco non punitiva, ma riabilitativa“.

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