“L’Italia è destinata a scomparire?”: a porsi la domanda è Jason Horowitz sulla prima pagina dell’edizione internazionale del New York Times del 2 febbraio. Attraverso un reportage, il corrispondente dall’Italia per il giornale statunitense analizza la crisi demografica del nostro Paese: la popolazione italiana, con un’età media sempre maggiore e una natalità in calo, si sta riducendo al ritmo più veloce dell’Occidente. È il cosiddetto “tsunami d’argento”, il trend vissuto da molti Paesi del vecchio continente che preoccupa demografi ed economisti e che in Italia raggiunge la sua espressione più preoccupante. Secondo alcuni esperti intervistati da Horowitz, “la combinazione tra bassa occupazione per le donne, fuga di giovani professionisti e famiglie, scarsa immigrazione, bassi tassi di natalità e aspettativa di vita radicalmente aumentate possono portare a un vero e proprio disastro demografico“.

Il reportage parte dal “Centro intergenerazionale anziani e bambini insieme” di Piacenza. Una struttura unica nel mondo che riunisce in uno spazio comune i bambini che frequentano i servizi per la prima infanzia e gli anziani dei servizi semi-residenziali, residenziali e domiciliari. L’obiettivo è far sì che i due estremi demografici del Paese possano interagire e arricchirsi a vicenda, e tenere “sotto lo stesso tetto le due sfide esistenziali dell’Italia”, scrive il giornale statunitense.

Seppur tutti siano d’accordo sul fatto che sia necessario opporsi all’invecchiamento della popolazione, i modi in cui farlo provocano fratture profonde tra le forze politiche del Paese. Partendo dalla storia personale di Giorgia Meloni, che si candidò a sindaco di Roma mentre era incinta, il NYT sottolinea l’interesse manifestato dalla leader di Fratelli d’Italia per il tema della crisi della natalità. Interesse che, secondo i suoi oppositori, è in contrasto con le politiche contro i migranti messe in pratica dal suo governo, poiché “le restrizioni agli ingressi danneggiano la crescita della popolazione”.

Ma al di là dei programmi elettorali, “il governo della signora Meloni – si legge ancora sul NYT -, rallentato da intoppi burocratici, ha già ritardato un programma per costruire nuovi asili nido. Nonostante i miliardi di euro stanziati dal Recovery Fund dell’Unione Europea, l’Italia ha posticipato la data di inaugurazione di 1.857 asili nido e 333 scuole materne, la maggior parte dei quali nel sud più povero del Paese. Se l’Italia non inizia a costruire entro l’ultima scadenza, giugno 2023, rischia di perdere i fondi”, conclude Horowitz.

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