Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata compie il primo passo con l’approvazione in Consiglio dei ministri. Ma quale sarà il percorso del provvedimento? E con quali tempistiche? Si annuncia, già oggi, un lungo iter verso la sua piena attuazione. Il traguardo è infatti fissato dal ministro Calderoli a fine anno, al termine di un tortuoso percorso che coinvolgerà, a più riprese, governo, Parlamento, Conferenza unificata e Regioni. E questo sulla carta. Un anno, quindi, almeno. Ma c’è già chi prevede che le tempistiche si dilateranno, finendo ad almeno il doppio. Ecco, passo per passo, quale sarà la strada del disegno di legge.

Il primo step – Uscito da Palazzo Chigi, il testo andrà alla Conferenza unificata, chiamata a esprimersi sulla legge di attuazione. Parere che dovrebbe arrivare nel giro di tre settimane. Nel caso in cui la Conferenza decidesse di intervenire, il Consiglio dei ministri sarebbe costretto a riceverlo, riapprovarlo e inviarlo una seconda volta in questa sede. Qualora, invece, il testo non subisse interventi in Conferenza, potrebbe tornare in Consiglio dei ministri per il via libera definitivo. Dopo l’ok del governo, a quel punto toccherà al Parlamento, dove la legge seguirà il consueto iter di approvazione.

Il doppio binario e i Lep – Da qui in poi, potrà parallelamente prendere le mosse l’istituzione della Cabina di regia, il cui compito sarà quello di stabilire i Livelli essenziali di prestazione (Lep) entro la fine del 2023. La definizione dei Lep è proprio il delicato meccanismo su cui la riforma ha rischiato di incepparsi. Motivo per cui, si è deciso di coinvolgere ampiamente le Aule parlamentari. La Cabina di regia, quindi, prenderà parecchi mesi per soppesare le materie a cui applicare i Livelli essenziali di prestazione e per definire i costi e i fabbisogni standard. Alla termine di questo iter, toccherà nuovamente al Consiglio dei ministri emanare un Dpcm per ogni Lep individuato. Dpcm che dovrà prima trovare l’intesa della Conferenza unificata, e poi arrivare alle Camere. E qui entreranno in gioco Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, che dovranno esprimere il loro parere.

Il ruolo delle Regioni – Da questo momento in poi sarà il turno delle Regioni, che potranno inviare la proposta di intesa al Consiglio dei ministri. Passaggio al quale seguirà la valutazione dei ministeri competenti. Potrà così cominciare il negoziato governo-Regioni, al termine del quale il Consiglio dei ministri approverà l’intesa preliminare. Intesa su cui diranno la loro la Conferenza unificata, prima, e le Camere, poi. Dopo l’ok delle Aule, sarà Palazzo Chigi, infine, a siglare l’intesa definitiva, che verrà approvata dalla singola Regione, per poi tornare in Consiglio dei ministri. Qui avrà finalmente luogo l’approvazione definitiva con disegno di legge.

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