Dopo la presentazione virtuale nel 2021, arriva in Italia, nella cornice del Volvo Studio, la Concept Recharge del brand svedese. A causa della pandemia è rimasta nascosta per più di un anno, ma adesso gli occhi sono tutti puntati su di lei, che è il manifesto della prossima generazione di auto Volvo completamente elettriche è anche già in parte realtà perché la nuova EX90 accoglie molte delle soluzioni sviluppate per questa concept car.

Tre i pilastri sui quali è progettata: sicurezza, sostenibilità e design. Ingredienti storici di Volvo che, ora più che mai, vengono mixati sapientemente. Non solo l’adozione di sensori, radar e LiDAR ma un concetto di tecnologia allargata a tutti gli ambiti della mobilità. Del resto automazione e guida autonoma favoriranno la riduzione degli incidenti, che nel 93% dei casi a livello globale dipendono da un errore umano.

Diretta conseguenza di questo è che le auto del futuro potranno essere costruite con materiali più leggeri e ancora più sostenibili. La Volvo Concept Recharge già incorpora questo spirito e infatti i paraurti anteriori e posteriori sono prodotti con un materiale composito di lino. Auto più leggere con spazi interni che diventano più grandi, dove ritrovare il feeling domestico e usare materiali naturali o riciclati.

Nel pianale piatto dell’abitacolo saranno integrate le batterie, sviluppate in collaborazione con Northvolt, grazie alle quali Volvo punta ad aumentare del 50% la densità energetica delle celle entro il 2030. Tradotto in km questo significa un’autonomia reale di 1.000 km.

Il design vanta linee ed elementi esterni originali, anche se non vedremo sicuramente realizzate le bellissime portiere che si aprono come le ante di un armadio perché non aderenti ai canoni di sicurezza, visto che manca il montante centrale. E’ invece probabile che in un futuro prossimo le maniglie siano sostituite dallo swipe, mutuato dai cellulari, che troviamo nella Concept Recharge. Già realtà lo scudo a LED sulla calandra e i fari, sempre LED e animati a forma di martello di Thor.

Se sono molti e interessanti gli elementi aerodinamici innovativi del modello, sono altrettanto di grande rilievo gli aspetti legati all’efficienza energetica. Ad esempio la riduzione dell’impatto di CO2 del ciclo di vita che è pari all’80% rispetto a quello di una Volvo XC60 del 2018. La Concept Recharge, nel suo ciclo di vita, avrebbe un impatto complessivo inferiore alle 10 tonnellate di CO2, se caricata con energia rinnovabile al 100%.

Per arrivare alla neutralità climatica nel 2040, come si è prefissata Volvo, si passa anche attraverso l’utilizzo di materiali sostenibili e naturali. Interni senza pelle, utilizzo di processi efficienti dal punto di vista delle risorse idriche ed energetiche e scelta di materiali come il Nordico, per gli schienali dei sedili e i poggiatesta, che ha un’impronta di CO2 inferiore del 74% rispetto alla pelle ed è realizzato con materiali riciclati. Per la parte superiore del quadro strumenti è stata scelta la lana svedese mentre per gli spazi di stivaggio, il retro del poggiatesta e il poggiapiedi un composto di lino, un materiale robusto e leggero. Per i rivestimenti è stato usato un tessuto tailored Wool Blend Zinc costituito per il 30% da lana prodotta responsabilmente e per il 70% da poliestere. Il legno utilizzato per i pannelli decorativi è certificato FSC (Forest Stewardship Council).

Come si diceva sono molti i punti di contatto con la Volvo EX90, dal touchscreen centrale da 14,5” all’infotainment Android, dal display davanti al conducente all’impianto audio Bowers&Wilkins con i diffusori integrati nei poggiatesta. Sul nuovo suv 7 posti 100% elettrico sono già di serie anche i materiali visti sulla Concept Recharge, come il Nordico. Si vede inoltre il nuovo design dei fari posteriori, l’ampio tetto panoramico (di serie) e anche i cerchi ricordano quelli della Concept Recharge. Come la Volvo Concept Recharge, anche sulla Volvo EX90 c’è la predisposizione per la ricarica bidirezionale. Si tratta di una soluzione che ci permette di allargare la visuale e, con un volo pindarico, passare dall’auto del futuro all’ecosistema del futuro.

La macchina che potrebbe permettere di alimentare la propria casa e altri dispositivi elettrici è solo il mezzo che ci proietta in una realtà nella quale tutti possono sostenere la rete in modi diversi. Ad esempio acquistando più energia nei periodi in cui c’è un’eccedenza di energia rinnovabile o rivenderla durante le ore di picco di utilizzo, quando la domanda è maggiore. Al Volvo Studio si è parlato molto anche di questo, con il Professor Fabio Orecchini, Ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma, Direttore dell’osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School e del CARe – Center for Automotive Research and Evolution. Con la ricarica bidirezionale, punto di contatto con il nuovo ecosistema, diventa realtà una cosa che non si poteva certo fare fino ad ora: tornare dal benzinaio e vendere il carburante che ci avanzava dopo un pieno. Un’estremizzazione portata come esempio da Orecchini che però consente di puntare i riflettori sulla portata di quello che stiamo vivendo. Le auto elettriche sono solo un piccolo elemento dell’ecosistema del futuro dove tanti attori, in modo globale e trasversale formano delle vere e proprie comunità energetiche. Non più tante reti separate ma una vera e propria “Rete delle reti” che fa della sostenibilità il suo mantra.

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