“Il presidente Al Sisi ha assicurato che l’Egitto farà di tutto per eliminare gli ostacoli, che rimangono e che rendono difficile il dialogo con l’Italia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del Question time alla Camera su Giulio Regeni, nell’anniversario della sua scomparsa in Egitto, sette anni fa. Il ministro ha ribadito quando detto alcuni giorni fa dopo gli incontri al Cairo. “Ho intravisto una disponibilità diversa dell’Egitto anche se il processo attraversa una fase di stallo. Continueremo a monitorare quanto l’Egitto farà in futuro, vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Non c’è giustizia senza verità. Serve una più fattiva collaborazione – ha detto Tajani – a cominciare dalla notifica degli atti di citazione ma non possiamo prescindere dal dialogo”. Tre giorni fa, dopo l’incontro col presidente Abdel Fattah Al-Sisi, aveva detto che non c’era alcuna reticenza da parte egiziana sia sul caso Regeni sia sulla vicenda che coinvolge Patrikc Zaki. Frasi che avevano provocato la protesta della famiglia del ricercatore: “Basta, per favore, basta finte promesse. Pensiamo sia oltraggioso questo mantra sulla ‘collaborazione egiziana’ che invece è totalmente inesistente”.

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