“Ho sentito Liliana quando ha detto che con noi finisce tutto, che non ha speranza che rimanga molto della memoria e mi è dispiaciuto molto sentire questa cosa. Io credo che resti qualcosa, che la nostra testimonianza, i nostri libri, i nostri versi, il nostro gridare, i nostri pianti non siano stati inutili. Che sarebbe molto triste e amaro per l’umanità stessa. Non per noi, ma proprio per i giovani, per il futuro dei giovani, per un mondo minimamente migliore, sarebbe molto grave se fosse stato vano tutto quello che abbiamo detto, tutto quello che abbiamo scritto e tutto quello che è successo”. Così la scrittrice, poetessa, traduttrice e regista ungherese naturalizzata italiana, testimone della Shoah Edith Bruck, ospite di Sky TG24, sottolineando che, comunque, “ognuno può pensare quello che crede”.

Io credo che forse la classe povera ebraica in qualche maniera ha una cultura diversa, una cultura quasi di speranza in più, di più positività. Gli ebrei borghesi come quelli tedeschi si sono suicidati in molti, per esempio. Sono rimasti profondamente offesi perché erano molto inseriti nella società italiana. Noi eravamo sempre perseguitati. Insomma io credo che il povero ha più speranza del ricco o del benestante”, ha continuato. Quindi ha concluso: “Io non credo che sarà tutto cancellato o dimenticato. Resterà, resterà, resterà. Io voglio credere, se non c’è me lo invento, non posso vivere senza speranza. Non posso pensare sia stato vano” parlare per 62 anni. di parlare compreso adesso.

Articolo Precedente

Papa Francesco: “Essere omosessuali non è un crimine, alcuni vescovi sbagliano”. E sulle critiche: “Vorrei che me le dicessero in faccia”

next
Articolo Successivo

Pamela Mastropietro, la madre mostra cartelli con la foto del cadavere a pezzi: “Ergastolo per chi fa questo”. Scontro sfiorato con Oseghale

next