Aiuti militari per oltre 2,5 miliardi di dollari da Washington, 600 missili Brimstone dal Regno Unito e la Svezia che assicura la fornitura a Kiev dei sistemi di artiglieria a lungo raggio Archer. Continuano ad affluire corposi aiuti militari verso l’Ucraina, impegnata da febbraio a fronteggiare l’invasione di Mosca, mentre anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha assicurato che gli alleati consegneranno presto a Kiev “armi più pesanti”. Il timore, passato l’inverno, è che “in primavera (i russi) monteranno una nuova offensiva”, visto che “gli obiettivi strategici dei russi non sono cambiati”, ha detto il presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, al termine del vertice dei capi dello Stato Maggiore. “Questo è ciò a cui si devono preparare gli ucraini e anche gli alleati, studiando quali sono le necessità più probabili di Kiev e come si può sostenere il Paese. I carri armati – ha aggiunto – sono un mezzo importante, soprattutto per poter riprendere i territori occupati, e visto che i russi li usano anche gli ucraini dovrebbero poter rispondere di conseguenza”.

Il pressing sui carri armati – La fornitura di questi dispositivi militari è al centro del dibattito nelle ultime ore: gli Usa infatti, che forniranno i veicoli da combattimento Stryker – armamenti pesanti che fino a questo momento il Pentagono aveva preferito non schierare per evitare una possibile dura reazione di Mosca e la conseguente escalation del conflitto – non consegneranno gli Abrams, i carri armati di fabbricazione americana. Ed è proprio questa assenza a creare un tema di discussione in seno all’Alleanza atlantica: secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la Germania non ha intenzione di autorizzare l’esportazione in Ucraina degli oltre 2mila carri armati Leopard di fabbricazione tedesca in dotazione alla Nato finché gli Stati Uniti non accetteranno di inviare i loro Abrams. Berlino teme che un simile passo possa trascinare il Paese in uno scontro diretto con la Russia. Intanto a fare pressione sulla Nato e sui Paesi alleati è Kiev: “La vera leadership consiste nel dare l’esempio, non nell’ammirare gli altri. Non ci sono tabù. Da Washington a Londra, da Parigi a Varsavia, si dice una cosa: l’Ucraina ha bisogno di carri armati. Carri armati: la chiave per porre fine alla guerra in modo appropriato. È ora di smettere di tremare davanti a Putin e fare il passo finale”, ha scritto su Twitter il consigliere della presidenza ucraino, Mykhailo Podolyak.

Le condizioni della Germania sull’invio – La fornitura dei Leopard, considerati i carri armati più sofisticati al mondo, sarebbe di grande aiuto per le truppe di Kiev. Diversi governi europei – tra cui Polonia, Finlandia e Danimarca – si sono detti pronti a inviarli, ma devono prima ottenere l’approvazione da Berlino. Secondo le parole di un alto funzionario tedesco, riportate dal WSJ, la Germania non vuole distinguere “tra esportazioni dirette ed esportazioni da parte di paesi terzi”, a meno che gli Usa per primi non inviino i loro carri armati. Cosa che, stando alle parole del sottosegretario alla Difesa per la politica, Colin Kahl, non è nei piani del Pentagono: “Il carro armato Abrams è molto complicato, è costoso. Le esercitazioni sono complesse. Ha un motore a reazione. Non è il sistema più facile da gestire”, ha detto il numero tre del Pentagono, giustificando la decisione statunitense. Per il momento Washington si limiterà all’invio del nuovo pacchetto da 2,5 miliardi. Secondo la Cnn, che cita due fonti bene informate, includerà anche i mezzi corazzati da combattimento Bradley. Nella lista anche i Mrap, veicoli blindati progettati per resistere agli Ied, ordigni esplosivi improvvisati, e alle imboscate. Kiev sarà in grado, secondo le fonti, di rispondere in modo molto più efficace agli attacchi russi e potrebbe anche riconquistare con maggiore velocità nuovi territori.

Il pressing degli Usa – Dal Pentagono, però, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha dichiarato che gli Usa hanno intenzione di “premere ancora sui tedeschi” perché consentano il trasferimento dei loro carri armati Leopard in Ucraina per assicurare al paese, “in un momento cruciale”, la capacità di contrastare qualsiasi potenziale offensiva primaverile russa. Anche il Parlamento europeo ha chiesto esplicitamente all’Ue di spingere per la consegna dei tank. Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è atteso oggi nella capitale. Con Zelensky discuteranno di “misure concrete per garantire che Kiev sia più forte e potente”, ha dichiarato Michel in un messaggio video pubblicato su Twitter. Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino al nuovo dispiegamento di armi dell’Occidente: il portavoce di Mosca, Dmitry Peskov, ha dichiarato che “le forniture di nuovi armamenti all’Ucraina possono portare il conflitto a un nuovo livello”.

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