Con il silenzio assenso di Bruxelles, l’Irlanda potrebbe diventare il primo paese dell’Unione Europea a introdurre avvertenze sanitarie sull’etichetta delle bottiglie di vino, birra e liquori, simili a quelle presenti sui pacchetti di sigarette. Dublino attende soltanto il via libera dell’Organizzazione mondiale del commercio. Un anno fa il Parlamento europeo aveva deciso di non procedere verso l’introduzione di un’etichettatura di allarme sulle bottiglie di vino e altri alcolici perché “c’è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche”. Ma evidentemente Bruxelles non intende proibire agli Stati di fare da sé.

Le avvertenze potrebbero contenere messaggi come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “l’alcol è collegato a tumori mortali”. Già nel 2016 e nel 2018, Dublino aveva ottenuto il via libera dell’Unione europea per misure sempre più restrittive su fiscalità e prezzo, con l’obiettivo di ridurre i consumi di alcol. Adesso, arriva il terzo atto: una norma volta a contrastare quella che per gli irlandesi è “un’emergenza sanitaria nazionale”. Ad opporsi alla norma irlandese, quando a giugno l’Irlanda aveva notificato il progetto di legge all’Unione Europea, sono stati nove Paesi, tra cui l’Italia, la Francia e la Spagna.

I produttori di vino italiani, appresa la notizia, hanno reagito sostenendo che il via libera di Bruxelles rappresenta un attacco frontale all’Italia, che è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con un fatturato di oltre 14 miliardi di euro, di cui più della metà incassato all’estero. Si teme, inoltre, che l’Irlanda possa rappresentare un precedente per altri paesi, soprattutto in Nord Europa, dove il consumo dell’alcol è elevato e da tempo si pensa a politiche restrittive.

“Il silenzio assenso di Bruxelles relativo alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro”, ha commentato il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi. Da diversi anni, la questione è dibattuta a livello internazionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, da tempo, invita gli Stati ad adottare etichette sanitarie per gli alcolici. Anche a Bruxelles, la questione è stata centrale quando, nel piano contro il cancro del 2021, la Commissione europea aveva annunciato proposte per ridurre il consumo di alcol. Tra quelle proposte, c’era anche l’introduzione di avvertenze sanitarie sulle etichette delle bottiglie. Un anno fa, il tema aveva animato anche le sedute plenarie del Parlamento europeo. Ma alla fine era passata la linea morbida: alcuni emendamenti, infatti, avevano eliminato la possibilità che il semplice consumo venisse ritenuto un rischio per lo sviluppo del cancro.

Secondo il dem Paolo De Castro, la strada imboccata dal Parlamento europeo, è ancora attuale: sistemi di etichettatura “più trasparenti” per un “consumo moderato e responsabile” e un ‘no’ categorico a equiparare il vino alle sigarette. “L’Unione europea sbaglia a dare il via libera alle etichette allarmistiche anche su prodotti a bassa gradazione alcolica, come Vino e birra. In questo modo, un’iniziativa nata con l’intento di tutelare la salute dei cittadini rischia di trasformarsi in un attacco sleale ai nostri prodotti”, ha commentato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.

Articolo Precedente

Mazzette in Ue, l’eurodeputata socialista Arena si dimette da capo della sottocommissione Diritti Umani. Interrogato il padre di Eva Kaili

next