Ridurre la crescita dei tumori tramite molecole di Rna in grado di controllare le alterazioni genetiche delle cellule malate e correggerne i difetti. È il risultato di uno studio internazionale pubblicato su Nature Communication e cui hanno contribuito anche scienziati italiani. Lo studio interviene nel processo noto come metilazione del Dna, il meccanismo epigenetico che ‘silenzia’ i geni, impedendone l’attività, che ha dimostrato avere una diretta correlazione con l’insorgenza del cancro. Tale processo è governato da proteine specifiche, le Dna metiltransferasi, il cui controllo potrebbe fornire nuove strategie terapeutiche per contrastare le anomalie della metilazione nei tumori. A questo arrivati i ricercatori del gruppo, coordinato da Annalisa Di Ruscio (BIDMC-HMS), Carla Lucia Esposito (Cnr-Ieos), Vittorio de Franciscis (Cnr-Irgb), e Marcin Kortylewski (COH) generando molecole di RNA in grado di bloccare in maniera efficace e selettiva il processo di metilazione del Dna, e di riaccendere, così, geni erroneamente silenziati.

“Fino a oggi gli unici composti capaci di bloccare questo processo di alterazione genetica delle cellule tumorali presentavano un’elevata tossicità e non erano selettivi”, afferma Vittorio de Franciscis (Cnr-Irgb), “la nostra tecnica, invece, consente di agire in maniera mirata, aprendo una nuova frontiera terapeutica nella cosiddetta medicina di precisione: utilizza, infatti, piccole molecole di Rna (AptaDiR) che agiscono selettivamente bloccando una specifica Dna metiltransferasi e promuovendo così una significativa riduzione della crescita del tumore”. I risultati ottenuti, frutto dell’integrazione delle diverse competenze dei gruppi di ricerca coinvolti, aprono la strada a una nuova classe di terapie intelligenti a Rna, che intendono migliorare le attuali terapie e la qualità di vita dei pazienti. “Inoltre, questo approccio mirato potrebbe essere esteso anche ad altre patologie, e segnare un punto di svolta fondamentale nel trattamento di condizioni genetiche incurabili conseguenti ad anomalie della metilazione”, conclude de Franciscis.

Lo studio in Italia è stato finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Cariplo, Miur, Mef e Regione Campania e via hanno hanno partecipato scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb), Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia (Ieos), Istituto di biostrutture e biommagini (Ibb)- e dell’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con colleghi di prestigiose istituzioni statunitensi – il Cancer Research Institute del Beth Israel Deaconess Medical Center e Harvard Medical School di Boston, il Department of Cancer Biology and Molecular Medicine del Beckman Research Institute al City of Hope Medical Center (Duarte, California)- e l’Università di Singapore.

Foto di archivio

Lo studio su Nature

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