Come ogni anno, il messaggio di Capodanno di Sergio Mattarella ha tenuto insieme tanti elogi, auspici e avvertimenti. E come sempre i leader di ogni schieramento politico ci hanno letto indicazioni perfettamente in sintonia con i loro desiderata. Mentre apparentemente nessuno era attento quando il capo dello Stato, a due giorni dall’approvazione di una manovra che contiene 12 sanatorie e condoni, ha ricordato che “la Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune”. Su quella frase nessun commento.

La risposta più istituzionale è arrivata dalla premier Giorgia Meloni, l’unica chiamata direttamente in causa da Mattarella che ha sottolineato come una donna a capo dell’esecutivo rappresenti “una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà”. Palazzo Chigi ha fatto sapere che “nel corso di una telefonata al Presidente della Repubblica il Presidente del Consiglio” – come al solito il suo ufficio comunicazione si riferisce a Meloni usando il maschile – “ha espresso gratitudine per l’incoraggiamento a governare con la responsabilità che la difficoltà del momento esige, dopo le elezioni politiche che per la prima volta vedono una donna alla guida del governo”.

Per Silvio Berlusconi (FI) Mattarella “ha saputo interpretare l’unità profonda della Nazione intorno ai valori fondanti della nostra Carta Costituzionale“, che la nuova maggioranza come è noto intende riformare in senso presidenziale, “di cui ricorrono proprio domani i 75 anni dall’entrata in vigore”. Secondo il vicepremier Matteo Salvini (Lega) quel che conta è che il messaggio presidenziale abbia “evidenziato che il centrodestra ha vinto chiaramente le elezioni, ha formato un governo in tempi rapidi e guida il Paese in piena legittimità: auspichiamo che questa analisi isoli quelle frange dell’opposizione che ancora non si rassegnano alla sconfitta e delegittimano pericolosamente gli avversari”. E “la migliore risposta al Presidente”, è convinto il leader leghista, “è l’impegno quotidiano per far correre l’Italia, anche grazie a cantieri come quelli che abbiamo iniziato a sbloccare, ponti come quello sullo Stretto, riforme come quella dell’Autonomia prevista dalla Costituzione (opportunamente richiamata dal Capo dello Stato), sforzi come quelli che stiamo facendo per una migliore consapevolezza delle regole di sicurezza stradale soprattutto per i ragazze e ragazzi”.

Dall’opposizione, Giuseppe Conte (M5s) punta sull’auspicio di Mattarella che il 2023 segni la fine delle ostilità russe in Ucraina: “È un imperativo morale che mi auguro aiuti ad armonizzare l’ancor timido dibattito nel Paese sulla necessità di pace. È un augurio in linea con l’aspettativa di un’Europa finalmente protagonista di un percorso che renda merito al suo spirito fondativo di pacificazione e prosperità tra i popoli”. Enrico Letta (Pd) mette un accento diverso, sottolineando la “conferma della linea europea e atlantica di sostegno all’Ucraina per arrivare alla pace”. E ricordando il riferimento al “dramma degli squilibri crescenti”, perché “lottare contro tutte le disuguaglianze appare come obiettivo cruciale”, e l’appello a “seguire la scienza e a tenere la guardia alta sulla lotta alla pandemia e la difesa della sanità pubblica”.

Anche per il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, gli accenti più importanti sono “la ricerca necessaria della pace in Ucraina” e la “difesa dei più deboli. Dalla necessità di battere le diseguaglianze, nell’attenzione nei diritti di libertà di tutti e tutte”. Il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli si concentra sull’ambiente: “L’intervento di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella è molto importante e condivisibile perché coglie e invia al Governo la sollecitazione di passare all’azione nella lotta ai cambiamenti climatici, nella transizione energetica basata sulle rinnovabili, nella modernizzazione digitale. L’accento sul futuro dell’umanità è un invito a pensare alle nuove generazioni, alle quali dobbiamo lasciare un Pianeta vivibile sia dal punto di vista ambientale che sociale”.

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Il discorso di fine anno del presidente Mattarella: “La Repubblica siamo tutti noi, è nel senso civico di chi paga le imposte”

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